La Corte Costituzionale ha bocciato il blocco della perequazione automatica delle pensioni sopra i 1.450 euro lordi, vale a dire la rivalutazione dei trattamenti pensionistici al costo della vita, misura disposta a suo tempo da Monti-Fornero per fare cassa sulla pelle dei pensionati.
«Un provvedimento inaccettabile e ingiusto – sottolinea Sauro Dal Pane, segretario del Sindacato Pensionati della Cgil di Imola -, che come Spi abbiamo da subito contestato e chiesto di cancellare perché colpiva persone di basso reddito, che hanno sudato la pensione lavorando per 40 e più anni. Ora ci aspettiamo che il Governo e l’Inps applichino la sentenza in tempi rapidi e si torni al meccanismo di rivalutazione ante Fornero. Ci opporremo con forza ad ogni tentativo di aggirare la sentenza e all’ipotesi di intervento sulle pensioni in essere, a partire dal ventilato ricalcolo con il sistema contributivo, che imporrebbe una decurtazione inaccettabile per chi è andato legittimamente in pensione con le regole date. La riforma Fornero ha penalizzato tutti e pertanto l’intero impianto deve essere rivisto, assieme alle parti sociali, iniziando dal capitolo esodati ed età pensionabile. E al ministro Poletti che, alla richiesta dei sindacati dei pensionati di convocare un incontro urgente, risponde che non c’è fretta, ricordiamo che quando la stessa Corte giudicò incostituzionale il prelievo forzoso sulle “pensioni d’oro” (sentenza 223 del 2012) e sulle alte retribuzioni dei magistrati, furono subito trovate le risorse per restituire quanto dovuto. Questa volta parliamo di pensioni di 1.500 lorde: siamo davvero sicuri che non sia così urgente trovare le risorse necessarie?»