L’amministrazione del comune di Imola ha deciso di applicare un aumento a doppia cifra per i servizi di nidi, mensa e trasporti, causando pesanti rincari per le famiglie imolesi. Questa scelta è stata motivata dall’applicazione dell’incremento Istat del 11%.
Questa decisione colpisce pesantemente le famiglie imolesi, già duramente provate dalla crisi economica e sociale provocata dalla pandemia. Aumenti così significativi possono essere insostenibili per le famiglie che hanno già difficoltà a far fronte alle spese quotidiane.
L’aumento della refezione scolastica, senza agevolazioni, da 141 a 157 euro al mese, rappresenta un pesante sforzo per molte famiglie che non hanno alternative e che non possono permettersi di far mangiare i propri figli a casa o di fornire loro pasti alternativi. Inoltre, l’aumento dei costi dei nidi da 228 a 254 euro per le famiglie con un Isee che supera quota 20 mila, potrebbe scoraggiare molte famiglie dal mandare i propri figli al nido, con conseguenze negative sulla loro formazione e sul loro sviluppo.
L’amministrazione del comune di Imola avrebbe dovuto considerare con maggiore attenzione l’impatto di queste scelte sui cittadini, cercando di trovare soluzioni alternative e meno penalizzanti. In un momento in cui le famiglie stanno affrontando numerose difficoltà, aumentare i costi dei servizi pubblici essenziali risulta inaccettabile e rappresenta una scelta miope e poco lungimirante.
Si dovrebbe rivedere questa decisione e trovare soluzioni alternative per evitare che le famiglie imolesi subiscano un ulteriore peso economico, la politica dovrebbe essere al servizio dei cittadini, non il contrario.
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