Ci riferiamo al post del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha espresso il proprio rammarico per la decisione di alcuni professori dell’Università di Bologna di negare a 15 giovani Ufficiali dell’Accademia di Modena la possibilità di frequentare un corso di laurea in Filosofia, per il timore di una presunta “militarizzazione dell’Ateneo”. “Mi addolora ancora di più che tutto questo sia avvenuto proprio in una città colta e aperta come Bologna, nella più antica Università al mondo, che da sempre rappresenta un punto di riferimento internazionale dei valori di laicità, cultura e pensiero” scrive il ministro in un post su facebook e invece, ancora una volta, Bologna mostra un volto sempre più distorto. Sulle mura dell’Ateneo è comparsa la scritta:
“NESSUNO SPAZIO PER L’ACCADEMIA MILITARE IN VIA ZAMBONI 38! ASSEMBLEA D’URGENZA MARTEDÌ 14/10 H.18:30 @AULA 6 OCCUPATA NESSUN ACCORDO AL CDD DEL 23/10 PALESTINA LIBERA!!”
Di fronte a simili gesti, diventa impossibile parlare di città “colta” o “aperta”. Bologna è sempre più come un fortino ideologico, un ambiente dominato da gruppi che si comportano da padroni dell’università, imponendo la loro visione politica violenta, di stampo chiaramente comunista, che esclude, divide e decide chi può studiare e chi no. Un’università dovrebbe essere il tempio del ragionamento, della tolleranza e dello studio, invece Bologna è un luogo dove la chiusura politica sempre la stessa, sempre quella dell’egemonia rossa schiaccia il merito e demonizza chi non appartiene al proprio mondo.
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