TuttoImola.it

Sito di informazione e cultura da Imola, Romagna e Area Metropolitana

LOM A MERZ, BREVE STORIA DEL RITO PIÙ ANTICO DI Romagna

lume-marzo
Lom a merz, breve storia del rito più antico di Romagna
Attraversando la Romagna tra la fine di febbraio e i primi di marzo capitava (e capita ancora) di vedere in lontananza dei falò nelle campagne. Sono il retaggio dell’antica tradizione contadina dei fuochi di marzo (in dialetto ‘lom a merz‘), un rito magico e simbolico per propiziarsi le forze della natura in vista dell’arrivo della primavera e quindi del risveglio della terra.

Le date buone erano considerate gli ultimi tre giorni di febbraio e i primi tre di marzo (tutti gli altri lumi a marzo sono da considerarsi “eretici”). I fuochi duravano per ore e ore, anche l’intera notte, mentre uomini e donne e bambini si radunavano lì attorno per scaldarsi e fare lume a marzo, ovvero illuminare il mese che veniva auspicando portasse la primavera e tutto ciò che comportava.

Se per noi “contemporanei” la primavera coincide con il risveglio degli istinti amorosi, le diete in vista della prova costume e altre amenità, per gli antichi la primavera significava liberarsi dal gelo dell’inverno e riscoprire la speranza di avere una buona annata (specialmente agricola). La Romagna è infatti una terra storicamente vocata all’agricoltura. E l’agricoltura, come molte altre attività “all’aperto” era, ed è tutt’ora, soggetta alle avversità metereologiche. Per questo bruciavano la malasorte e il maligno, quasi che fossero intrappolati nelle sterpaglie e nei residui della potatura che andavano a costituire il grande fuoco nominato appunto Lòm a Merz, ricacciando il freddo e il rigore dell’inverno, incoraggiando e salutando così l’arrivo della bella stagione.

…purchè non si usino pneumatici, plastica ed altri rifiuti o “combustibili” inquinanti per alimentare il fuoco!

Nell’ultimo fine settimana di febbraio, in alcune parti del territorio di Medicina, non si respirava per le esalazioni inquinanti provenienti dai cumuli di potature e ramaglie che bruciavano.

Occorre informare meglio sulle conseguenze, anche sanitarie, considerato che sono presenti tanti bambini intorno ai fuochi.

Legambiente ImolaMedicina