I primi dieci cittadini dell’imolese danno la disponibilità ad accogliere dei rifugiati e delle rifugiate dell’Afghanistan ? E dove li sistemano in casa loro? Ad oggi abbiamo accolto profughi o presunti tali dal Bangladesh dove non vi è una guerra dal 1972 e altri Stati dove la situazione non è quella che si è verificata ultimamente in Afghanistan.
Per un “Noi ci siamo” i dieci cittadini avrebbero accolto forse anche i talebani, ma non è così che funziona. I novelli samaritani prima di “ sbocciare” dovrebbero anche guardare in casa loro, visto che i dati dell’Asp non sono confortanti tra poveri e nuovi poveri locali. Un secondo aspetto da non tralasciare è che dopo aver individuato il numero e l’allocation, bisognerà privilegiare donne e bambini e controllare accuratamente gli uomini dove potrebbero nascondersi terroristi e noi non siamo nuovi a questi passaggi/personaggi. Non vorrei fosse la solita “boutade buonista” di chi governa i nostri Comuni, che cerca di scimmiottare il segretario piddino nazionale quello dei porti aperti ecc.. Di questi documenti/desiderata ne dovrebbero essere firmati uno tutti i giorni dai sindaci per le criticità sociali e sanitarie locali. I buoni propositi fateli per chi scappa dalla guerra a migliaia di chilometri , ma anche per i più vicini vostri concittadini che lottano quotidianamente, come in un campo di battaglia per continuare a sopravvivere, covid permettendo.
Simone Carapia, consigliere Lega Imola