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SALUTO ALL’IMMAGINE DELLA B.V. DEL PIRATELLO CATTEDRALE DI IMOLA – 21 MAGGIO 2017

Il testo del saluto del vescovo di Imola monsignor Tommaso Ghirelli all’Immagine della B.V del Piratello per l’ingresso in cattedrale in occasione delle Rogazioni.

Ecco, Madre, il popolo che ti onora e rinnova dopo quattro secoli il gesto di ospitare la tua immagine in questa cattedrale.
Consapevole della sua poca fede, come un sol uomo ripete a Gesù benedetto il grido del padre di un ragazzo epilettico: «Credo, Signore. Aiuta la mia incredulità!» (Mc 9,24).
Vogliamo chiedere, in occasione delle Rogazioni, anzitutto il dono di una fede forte e limpida, che diventi poi annuncio, che diventi testimonianza. Sono convinto che essa è il dono del quale abbiamo maggiormente bisogno e che durante le Rogazioni possa essere impetrato in modo concorde, sentito, efficace.
Come scriveva papa Francesco all’inizio del suo pontificato, «è urgente recuperare il carattere di luce proprio della fede perché, quando la sua fiamma si spegne, anche tutte le altre luci finiscono per perdere il loro vigore» (enciclica Lumen Fidei, 4). E aggiungeva: «La Chiesa infatti non presuppone mai la fede come un fatto scontato, ma sa che questo dono di Dio deve essere nutrito e rafforzato, perché continui a guidare il suo cammino» (ivi, 6).
Non per niente, il nostro incontro con te, Madre del Risorto, avviene nel tempo pasquale, nel quale l’amore si è fatto incontrabile, si è rivelato in pienezza nella passione, morte e risurrezione di Cristo. Sappiamo bene che – al di fuori dell’orizzonte pasquale – la devozione si degrada in sentimentalismo.
Ancora un richiamo all’enciclica un po’ dimenticata di papa Francesco: «Le mani della fede – egli scrive – si alzano verso il cielo, ma lo fanno mentre edificano nella carità una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio è il fondamento. Il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia» (Ibidem, 51-52).
Dopo due sinodi dei vescovi sulla famiglia, dopo un documento tanto articolato quale l’esortazione apostolica Amoris laetitia, come si svilupperà il nostro impegno, tanto sul piano educativo quanto su quello sociale?
Non possiamo restare nell’impaccio. Le Rogazioni segnino una rinnovata presa di coscienza delle nostre comuni responsabilità e mettano in moto le migliori energie di questa nostra amata terra. Lo dico di fronte al nostro sindaco, che ringrazio per la sua presenza e le sue cortesi parole.
Famiglia significa anche figli, significa fiducia nella società che si rinnova e che proprio per questo diventa accogliente, capace di integrare i nuovi venuti senza subirne l’invasione temuta.
Concludo questo saluto con le parole del papa: «La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita» (n. 53). «La fede illumina il vivere sociale; (essa) possiede una luce creativa per ogni momento nuovo della storia, perché colloca tutti gli eventi in rapporto con l’origine e il destino di tutto nel Padre che ci ama» (n. 55).
O Maria, “icona perfetta della fede”, beata te che hai creduto! Ottienici in questi giorni il dono più grande, premessa di tutti gli altri: ottienici una fede matura, operosa, gioiosa! Amen.