Partecipare ad un evento come questo è come partecipare alla notte degli oscar, con la differenza che le persone che parlano sono tutti attivisti, politici, diplomatici, o membri di organizzazioni che promuovono un mondo migliore. Per questo motivo, essere parte attiva di questa conferenza è un onore che difficilmente dimenticherò.
La partenza per Bogotà, per partecipare al World Summit of Nobel Peace Laureates, è avvenuta in data martedì 31 gennaio, quando io e Ianire Alvarez, una delegata da me scelta per rappresentare il corpo studentesco americano dell’organizzazione, abbiamo lasciato Los Angeles per dirigerci verso la capitale della Colombia. Gli organizzatori della conferenza hanno preparato per le delegazioni dei taxi privati per portarci, appena dopo atterrati, dall’aeroporto al nostro hotel. Qui, appena arrivati, dato il viaggio comunque lungo, ci siamo direttamente diretti in camera a dormire. Più tardi nella notte alla nostra delegazione si è unito il professor Joseph White, fondatore di 2020 A Year Without War
Giorno 1:
mercoledì 1 febbraio è stato per noi il giorno delle registrazioni e dell’orientamento, infatti ci sono state spiegate le modalità in cui verrà tenuta questa incredibile conferenza, vissuta dalla città esattamente come se fosse un EXPO, come e quando parteciperemo ai pannelli con i nobel e quando avremo la possibilità di presentare il nostro progetto. Inoltre vengo invitato a partecipare ad una riunione con tutti i professori per parlare dei futuri progetti che l’organizzazione World Summit vorrebbe organizzare con i giovani in tutto il mondo. Qui ho l’opportunità di esporre le mie idee riguardanti Imola e i l’Italia in generale, per portare più educazione civica internazionale nelle nostre scuole. Per concludere entro in contatto con Livia Malcangio, giornalista e parte integrante del progetto World Summit che mi regala il libero da lei scritto Being a Nobel (essere un nobel) con una bellissima dedica.
Giorno 2:
Questo è il primo giorno con i Nobel e con ospite speciale il presidente della Colombia, Juan- Manuel Santos, ultimo recipiente del premio. I nomi dei partecipanti richiamano alla mente momenti storici fondamentali partendo da Lech Walesa, Oscar Arías, Rigobertà Menchu, Josè Ramos Horta arrivando fino a Jody Williams Lord David Trimble, Tawwakkul Karman, Shirin Ebadi, Kailasj Satyarthy, Mohamed El Baradei e, ovviamente, Juan Manuel Santos. Concluso il primo pannello principale veniamo divisi in workshops molto più intimi in cui i premi nobel per la pace raccontano le loro vicissitudini e passano degli insegnamenti a noi studenti sul come essere più attivi e giusti. In questa occasione ho la possibilità di spiegare il mio progetto a Joël Bouzou, advisor del principe Alberto di Monaco, e, insieme al professor White, illustro il progetto a Lord Trimbe e Shirin Ebadi. Inoltre, la nostra delegazione partecipa a un forum con il ministro degli interni di Timor Est che si dice entusiasta di supportare il nostro progetto. Per concludere la giornata, mi trovo con altri giovani delegati per cominciare a scrivere la Declaration of Youth (la dichiarazione della gioventù9 che verrà esposta di fronte ai premi nobel e ai partecipanti l’ultimo giorno.
Giorno 3:
Venerdì è il nostro main event perché dopo il pannello con i nobel della mattina è il nostro turno di presentare la nostra organizzazione di fronte ai partecipanti del nostro workshop. Prima però abbiamo l’onore di essere invitati a pranzo con i Nobel, dove ritrovo Leymahn Gbowee, con cui avevo parlato anche all’onu, e dove ho la possbilità di parlare con l’indiano Satyarhthy riguardo ad una futura collaborazione tra la nostra organizzazione e la sua. La nostra presentazione è corta ma efficace, tanto che dopo il nostro pannello, veniamo investiti da domande e persone che vorrebbero collaborare con noi. Anche in questo giorno raggiungo gli altri delegati per finire di scrivere la dichiarazione e vengo scelto come rappresentate dell’Europa (eh si, un italiano rappresentate d’Europa) e della parte riguardante peace and reconciliation.
Giorno 4:
È tempo della cerimonia di chiusura a cui partecipano tutti i nobel e dove io ho la possibilità di presentare nella dichiarazione dei giovani anche il progetto della nostra organizzazione. A pranzo ho avuto l’onore di scambiare qualche parola con Sir Richard Branson, la cui segretaria si è dimostrata molto interessata alla nostra organizzazione e con Tawakkol Karman, premio Nobel 2011 con cui probabilmente entrerò in collaborazione per sostenere i progetti di 2020.
Per concludere, questa è stata un’esperienza straordinaria per un ragazzo che è partito da Imola ed oggi si trova a discutere a tu per tu con i massimi esponenti mondiali di relazioni internazionali e portatori di pace a tutti i livelli. Io credo che, dopo questa partecipazione, la nostra organizzazione abbia molte più possibilità di raggiungere il suo scopo, avere un cessate il fuoco di un anno nel 2020. Inoltre, credo che la città di Imola debba essere felice e fiera di avere uno dei suoi figli a rappresentarla nel mondo, perché in questa settimana non c’è mai stato un momento in cui io non abbia rimarcato di essere Italiano e Imolese.
Lorenzo Marchetti
Presidente 2020 A Year Without War Italia
lorenzo@aywwitalia.org
www.aywwitalia.org