Si parla di Hera nella puntata di Report andata in onda ieri sera (replica sabato alle 16.30 su Rai3), ma l’inchiesta parte da Casal di Principe (provincia di Caserta) terra dei clan dei casalesi: qui sorge la sede dell’Aversana Petroli, holding della famiglia Cosentino che nei primi anni 2000 vende un enorme terreno a quella che era allora la Ami di Imola per 11 milioni di euro. Un’area dove oggi sorge la centrale termoelettrica di Sparanise della Calenia energia spa, partecipata anche da Hera spa, controllata da 180 Comuni.
“E’ possibile che Hera non sapesse di essere in affari con la famiglia Cosentino”?
“E’ assolutamente impossibile perché Giovanni Cosentino sedeva nel consiglio di amministrazione di Heracomm mediterranea”, sostiene Ivan Cicconi, esperto in appalti pubblici. Un’operazione che all’epoca fece fare “il salto di qualità” ai casalesi, è quanto afferma Report.
L’inchiesta si sposta a Bologna, in una delle aree più popolate della città, dove in passato si distillava carbonfossile e poi, con la “riqualificazione” operata da Hera, sono sorti gli uffici della stessa spa. Un’area enorme che Hera a un certo punto pensa di vendere al privato che avrebbe dovuto costruirci un museo e uno studentato. Ma l’area è talmente inquinata che bonificarla costerebbe un occhio della testa. In altre parole, i dipendenti di Hera sono praticamente seduti sopra una bomba ecologica, rischiando tutti i giorni di ammalarsi di cancro. A due metri di profondità vengono scoperte 1500 tonnellate di cianuri, solo una parte di quello che probabilmente è sepolto sotto i suoli di Bologna, in pieno centro città.
L’assessore all’Urbanistica di Bologna, Patrizia Gabellini, rilascia dichiarazioni evasive.
Ma l’inchiesta riserva altre belle sorprese: la partecipazione di Vittorio Prodi (fratello di Romano) nella Protex di Forlì (che smaltisce rifiuti tossici per conto di Hera) e una bella intervista al sindaco di Imola Daniele Manca, interpellato da Report sull’intreccio tra politica e società partecipate. Chi riveste ruoli dirigenziali in Hera o in sue collegate, in qualche modo ruota sempre nell’orbita del Partito democratico.
Un bubbone scoppiato a sette giorni dalle elezioni regionali: già ieri sera sul social network più popolare come Facebook lo sdegno, la rabbia e la delusione sono esplosi tra i cittadini che forse avevano la consapevolezza solo di una parte della verità. E non è detto che Report l’abbia svelata tutta.