IMOLA – L’appuntamento del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti a Imola, per prendere parte a un’iniziativa culturale al teatro Ebe Stignani, si è trasformato in un momento di protesta e di tensione. Davanti al teatro infatti, i sindacati e i lavoratori della cooperativa Cesi e 3Elle, oltre a una rappresentanza di ragazzi della sinistra, si sono ritrovati per gridare il loro sdegno sia per le sorti di due delle più grandi cooperative imolesi (Cesi e 3Elle appunto, la prima in liquidazione e la seconda in concordato preventivo), sia per le manovre economiche di un Ministro quasi irriconoscibile, che ha agevolato il tanto contestato Jobs Act e l’abolizione dell’articolo 18. Da lui, ex presidente di Legacoop, un simile comportamento probabilmente Imola non se lo sarebbe mai aspettato. Ed eccoli qui i motivi della contestazione, l’esasperazione per la perdita del posto di lavoro, per il volatilizzarsi dei risparmi di una vita di quei soci che avevano investito tutto nella “propria” cooperativa, per il crollo di un modello che era eccellenza nazionale, per il fallimento di politiche governative che non stanno rilanciando il lavoro in Italia.
Fischiano i lavoratori attendendo il passaggio dell’auto del Ministro davanti all’Ebe Stignani. Ma lo sdegno aumenta quando Poletti sceglie, consigliato dalle forze dell’ordine, di passare dal retro, evitando i manifestanti e ricevendo solo una delegazione. “Vergogna”, urlano i lavoratori, “hai paura di incontrare la tua gente?”
Il presidio resta fuori dal teatro, arrabbiato, incredulo. Perché il ministro imolese ha disdegnato proprio Imola, il mondo sindacale e della cooperazione, quel mondo da cui proviene e grazie al quale, probabilmente, si ritrova a ricoprire un incarico tanto importante nel governo nazionale.