In occasione del 25 aprile, anniversario della vittoria degli anglo-
americani in Italia, riportiamo un elenco parziale degli
ecclesiastici uccisi dai partigiani comunisti, alleati dei vincitori
(fonte: la rivista bresciana Chiesa Viva, 1986).
Don Giuseppe Amateis. Parroco di Coassolo (Torino), ucciso a colpi di
ascia dai partigiani comunisti il 15 marzo 1944, perché aveva
deplorato gli eccessi dei guerriglieri rossi.
Don Gennaro Amato. Parroco di Locri (Reggio Calabria), ucciso
nell’ottobre 1943 dai capi della repubblica comunista di Caulonia.
Don Ernesto Bandelli. Parroco di Bria, ucciso dai partigiani slavi a
Bria, il 30 aprile 1945.
Don Vittorio Barel. Economo del seminario di Vittorio Veneto, ucciso
il 26 ottobre 1944 dai partigiani comunisti.
Don Stanislao Barthus. Della Congregazione di Cristo Re (Imperia),
ucciso il 17 agosto 1944 dai partigiani perchè in una predica aveva
deplorato le “violenze indisciminate dei partigiani”.
Don Duilio Bastreghi. Parroco di Cigliano e Capannone Pienza, ucciso
la notte del 3 luglio 1944 dai partigiani comunisti che lo avevano
chiamato con un pretesto.
Don Carlo Beghè. Parroco di Novegigola (Apuania), sottoposto il 2
marzo 1945 a finta fucilazione che gli produsse una ferita mortale.
Don Francesco Bonifacio. Curato di Villa Gardossi (Trieste),
catturato dai miliziani comunisti iugoslavi l’11 settembre 1946 e
gettato in una foiba.
Don Luigi Bordet. Parroco di Hône (Aosta), ucciso il 5 marzo 1946
perché aveva messo in guardia i suoi parrocchiani dalle insidie
comuniste.
Don Sperindio Bolognesi. Parroco di Nismozza (Reggio Emilia), ucciso
dai partigiani comunisti il 25 ottobre 1944.
Don Corrado Bortolini. Parroco di Santa Maria in Duno (Bologna),
prelevato dai partigiani il 1° marzo 1945 e fatto sparire.
Don Raffaele Bortolini. Canonico della Pieve di Cento, ucciso dai
partigiani la sera del 20 giugno 1945.
Don Luigi Bovo. Parroco di Bertipaglia (Padova), ucciso il 25
settembre 1944 da un partigiano comunista poi giustiziato.
Don Miroslavo Bulleschi. Parroco di Monpaderno (diocesi di Parenzo e
Pola), ucciso il 23 agosto 1947 dai comunisti iugoslavi.
Don Tullio Calcagno. Direttore di Crociata Italica, fucilato dai
partigiani comunisti a Milano il 29 aprile 1945.
Don Sebastiano Caviglia. Cappellano della G.N.R., ucciso il 27 aprile
1945 ad Asti.
Padre Crisostomo Ceragiolo o.f.m.. Cappellano militare decorato al
valor militare, prelevato il 19 maggio 1944 da partigiani comunisti
nel convento di Montefollonico e trovato cadavere in una buca con le
mani legate dietro la schiena.
Don Aldemiro Corsi. Parroco di Grassano (Reggio Emilia), assassinato
nella sua canonica, con la domestica Zeffirina Corbelli, da
partigiani comunisti, la notte del 21 settembre 1944.
Don Ferruccio Crecchi. Parroco di Levigliani (Lucca), fucilato
all’arrivo delle truppe di colore nella zona su false accuse dei
comunisti del luogo.
Don Antonio Curcio. Cappellano dell’11° Btg. Bersaglieri, ucciso il 7
agosto 1941 a Dugaresa da comunisti croati.
Padre Sigismondo Damiani o.f.m.. Ex-cappellano militare, ucciso dai
comunisti slavi a San Genesio di Macerata l’11 marzo 1944.
Don Teobaldo Dapporto. Arciprete di Castel Ferrarese (diocesi di
Imola), ucciso da un comunista nel settembre 1945.
Don Edmondo De Amicis. Cappellano pluridecorato della prima guerra
mondiale, venne colpito a morte dai “gappisti”, a Torino, sulla
soglia della sua abitazione, nel tardo pomeriggio del 24 aprile 1945,
e spirò dopo 48 ore di atroce agonia.
Don Aurelio Diaz. Cappellano della Sezione Sanità della
divisione “Ferrara”, fucilato nelle carceri di Belgrado nel gennaio
del ’45 da partigiani “titini”.
Don Adolfo Dolfi. Canonico della Cattedrale di Volterra, sottoposto
il 28 maggio 1945 a torture che lo portarono alla morte l’8 ottobre
successivo.
Don Enrico Donati. Arciprete di Lorenzatico (Bologna), massacrato il
23 maggio 1945 sulla strada di Zenerigolo.
Don Giuseppe Donini. Parroco di Castagneto (Modena). Trovato ucciso
sulla soglia della sua casa la mattina del 20 aprile 1945. La colpa
dell’uccisione fu attribuita in un primo momento ai tedeschi, ma
alcune circostanze, emerse in seguito, stabilirono che gli autori del
sacrilego delitto furono i partigiani comunisti.
Don Giuseppe Dorfmann. Fucilato nel bosco di Posina (Vicenza) il 27
aprile 1945.
Don Vincenzo D’Ovidio. Parroco di Poggio Umbricchio (Teramo), ucciso
nel maggio ’44 sotto accusa di filo-fascismo.
Don Giovanni Errani. Cappellano militare della G.N.R., decorato al
valor militare, condannato a morte dal Comitato di Liberazione
Nazionale di Forlì, risparmiato dagli alleati e deceduto in seguito a
causa delle sofferenze subite.
Don Colombo Fasce. Parroco di Cesino (Genova), ucciso nel maggio
del ’45 dai partigiani comunisti.
Padre Giovanni Fausti s.j.. Superiore generale dei Gesuiti in
Albania, fucilato il 5 marzo 1946 perché italiano. Con lui furono
trucidati altri sacerdoti dei quali non si è mai potuto conoscere il
nome.
Padre Fernando Ferrarotti o.f.m.. Cappellano militare reduce dalla
Russia, ucciso nel giugno 1944 a Champorcher (Aosta) dai partigiani
comunisti.
Don Gregorio Ferretti. Parroco di Castelvecchio (Teramo), ucciso dai
partigiani slavi ed italiani nel maggio 1944.
Don Giovanni Ferruzzi. Arciprete di Campanile (Imola), ucciso dai
partigani il 3 aprile 1945.
Don Achille Filippi. Parroco di Maiola (Bologna), ucciso la sera del
25 luglio 1945 perché accusato di filofascismo.
Don Sante Fontana. Parroco di Comano (Pontremoli), ucciso dai
partigiani il 16 gennaio 1945.
Don Giuseppe Gabana. Della diocesi di Brescia, cappellano della VI
Legione della Guardia di Finanza, ucciso il 3 marzo 1944 da un
partigiano comunista.
Don Giuseppe Galassi. Arciprete di San Lorenzo in Selva (Imola),
ucciso il 1 maggio 1945 perché sospettato di filofascismo.
Don Tiso Galletti. Parroco di Spazzate Sassatelli (Imola), ucciso il
9 maggio 1945 perché aveva criticato il comunismo.
Don Domenico Gianni. Cappellano militare in Jugoslavia, prelevato la
sera del 21 aprile 1945 e ucciso dopo tre giorni.
Don Giovanni Guicciardi. Parroco di Mocogno (Modena), ucciso il 10
giugno 1945 nella sua canonica dopo sevizie atroci da chi, col
pretesto della “lotta di liberazione”, aveva compiuto nella zona una
lunga serie di rapine e delitti, con totale disprezzo di ogni legge
umana e divina.
Don Virginio Icardi. Parroco di Squaneto (Aqui), ucciso il 4 luglio
1944, a Preto, da partigiani comunisti.
Don Luigi Ilarducci. Parroco di Garfagnolo (Reggio Emilia), ucciso il
19 agosto 1944 da partigiani comunisti.
Don Giuseppe Jemmi. Cappellano di Felina (Reggio Emilia), ucciso il
19 aprile 1945 perché aveva deplorato gli “eccessi inumani” del
movimento partigiano.
Don Serafino Lavezzari. Seminarista di Robbio (Piacenza), ucciso il
25 febbraio 1945 dai partigiani, insieme alla mamma e a due fratelli.
Don Luigi Lenzini. Parroco di Crocette di Pavullo (Modena), trucidato
il 20 luglio 1945. Nobile, autentica figura di Martire della fede.
Prelevato nottetempo da un’orda di criminali, strappato dalla sua
chiesa, torturato, seviziato, fu ucciso dopo lunghissime ore di
indescrivibile agonia, quale raramente si trova nella storia di tutte
le persecuzioni. Il processo, celebrato in un¹atmosfera di terrore e
di omertà, non seppe assicurare alla giustizia umana i colpevoli,
mandanti ed esecutori dell’orribile delitto.
Don Giuseppe Lorenzelli. Priore di Corvarola di Bagnone (Pontremoli),
ucciso dai partigiani il 27 febbraio 1945, dopo essere stato
obbligato a scavarsi la fossa.
Don Luigi Manfredi. Parroco di Budrio (Reggio Emilia), ucciso il 14
dicembre 1944 perché aveva deplorato gli “eccessi partigiani”.
Don Dante Mattioli. Parroco di Coruzzo (Reggio Emilia), prelevato dai
partigiani rossi la notte dell’11 aprile 1945.
Don Fernando Merli. Mensionario della Cattedrale di Foligno, ucciso
il 21 febbraio 1944, presso Assisi, da jugoslavi istigati dai
comunisti italiani.
Don Angelo Merlini. Parroco di Fiamenga (Foligno), ucciso il medesimo
giorno dagli stessi, presso Foligno.
Don Armando Messuri. Cappellano delle Suore della Sacra Famiglia in
Marino, ferito a morte dai partigiani comunisti e deceduto il 18
giugno 1944.
Don Giacomo Moro. Cappellano militare in Jugoslavia, fucilato dai
comunisti “titini” a Micca di Montenegro.
Don Adolfo Nannini. Parroco di Cercina (Firenze), ucciso il 30 maggio
1944 da partigiani comunisti.
Padre Simone Nardin o.s.b.. Dei benedettini olivetani, tenente
capellano dell’ospedale militare “Belvedere” in Abbazia di Fiume,
prelevato dai partigiani jugoslavi nell’aprile 1945 e fatto morire
tra sevizie orrende.
Don Luigi Obid. Economo di Podsabotino e San Mauro (Gorizia),
prelevato da partigiani e ucciso a San Mauro il 15 gennaio 1945.
Don Antonio Padoan. Parroco di Castel Vittorio (Imperia), ucciso da
partigiani l’8 maggio 1944 con un colpo di pistola in bocca ed uno al
cuore.
Don Attilio Pavese. Parroco di Alpe Gorreto (Tortona), ucciso il 6
dicembre 1944 da partigiani dei quali era cappellano, perché
confortava alcuni prigionieri tedeschi condannati a morte.
Don Francesco Pellizzari. Parroco di Tagliolo (Aqui), chiamato nella
notte del 10 maggio 1945 e fatto sparire per sempre.
Don Pombeo Perai. Parroco dei SS. Pietro e Paolo di città della
Pieve, ucciso per rappresaglia partigiana il 16 giugno 1944.
Don Enrico Percivalle. Parroco di Varriana (Tortona), prelevato da
partigiani e ucciso a colpi di pugnale il 14 febbraio 1944.
Don Vittorio Perkan. Parroco di Elsane (Fiume), ucciso il 9 maggio
1945 da partigiani mentre celebrava un funerale.
Don Aladino Petri. Parroco di Pievano di Caprona (Pisa), ucciso il 2
giugno 1944 perché ritenuto filo-fascista.
Don Nazzareno Pettinelli. Parroco di Santa Lucia di Ostra di
Snigallia, fucilato per rappresaglia partigiana l’1 luglio 1944.
Don Umberto Pessina. Parroco di San Martino di Correggio, ucciso il
18 giugno 1946 da partigiani comunisti.
Seminarista Giuseppe Pierani. Studente di teologia della diocesi di
Apuania, ucciso il 2 novembre 1944, sulla Linea Gotica, da partigiani
comunisti.
Don Ladisalo Pisacane. Vicario di Circhina (Gorizia), ucciso da
partigiani slavi il 5 febbraio 1945 con altre dodici persone.
Don Antonio Pisk. Curato di Canale d’Isonzo (Gorizia), prelevato da
partigiani slavi il 28 ottobre 1944 e fatto sparire per sempre.
Don Nicola Polidori. Della diocesi di Nocera e Gualdo, fucilato il 9
giugno 1944 a Sefro da partigiani comunisti.
Don Giuseppe Preci. Parroco di Montalto (Modena), chiamato di notte
col solito tranello, fu ucciso sul sagrato della chiesa il 24 maggio
1945.
Don Giuseppe Rasori. Parroco di San Martino in Casola (Bologna),
ucciso la notte sul 2 luglio 1945 nella sua canonica, con l’accusa di
filo-fascismo.
Don Alfonso Reggiani. Parroco di Amola di Piano (Bologna), ucciso da
marxisti la sera del 5 dicembre 1945.
Seminarista Rolando Rivi. Di Piane di Monchio (Reggio Emilia), di 16
anni, ucciso il 10 aprile 1945 da partigiani comunisti, solo perché
indossava la veste talare.
Don Giuseppe Rocco. Parroco di Santa Maria, diocesi di San Sepolcro,
ucciso da slavi il 4 maggio 1945.
Padre Angelico Romiti o.f.m.. Cappellano degli allievi ufficiali
della Scuola di Fontanellato, decorato al valor militare, ucciso la
sera del 7 maggio 1945 da partigiani comunisti.
Don Leandro Sangiorgi. Salesiano, cappellano militare decorato al
valor militare, fucilato a Sordevolo Biellese il 30 aprile 1945.
Don Alessandro Sanguanini. Della Congregazione della Missione,
fucilato a Ranziano (Gorizia) il 12 ottobre 1944 da partigiani slavi
per i suoi sentimenti di italianità.
Don Lodovico Sluga. Vicario di Circhina (Gorizia), ucciso insieme al
confratello.
Don Luigi Solaro. Di Torino, ucciso il 4 aprile 1945 perché congiunto
del federale di Torino Giuseppe Solaro anch’egli trucidato.
Don Emilio Spinelli. Parroco di Campogialli (Arezzo), fucilato il 6
maggio 1944 dai partigiani sotto accusa di filo-fascismo.
Padre Eugenio Squizzato o.f.m.. Cappellano partigiano ucciso dai suoi
il 16 aprile 1944 fra Corio e Lanzo Torinese perché impressionato
dalle crudeltà che essi commettevano, voleva abbandonare la
formazione.
Don Ernesto Talè. Parroco di Castelluccio Formiche (Modena), ucciso
insieme alla sorella l’11 dicembre 1944.
Don Giuseppe Tarozzi. Parroco di Riolo (Bologna), prelevato la notte
sul 26 maggio 1945 e fatto sparire. Il suo corpo fu bruciato in un
forno di pane, in una casa colonica.
Don Angelo Taticchi. Parroco di Villa di Rovigno (Pola), ucciso dai
partigiani jugoslavi nell’ottobre 1943 perchè aiutava gli italiani.
Don Carlo Terenziani. Prevosto di Ventoso (Reggio Emilia), fucilato
la sera del 29 aprile 1945 perché ex-cappellano della milizia.
Don Alberto Terilli. Arciprete di Esperia (Frosinone), morto in
seguito a sevizie inflittegli dai marocchini, eccitati da partigiani,
nel maggio 1944.
Don Andrea Testa. Parroco di Diano Borello (Savona), ucciso il 16
luglio 1944 da una banda partigiana perché osteggiava il comunismo.
Mons. Eugenio Corradino Torricella. Della diocesi di Bergamo, ucciso
il 7 gennaio ’44 ad Agen (Francia) da partigiani comunisti per i suoi
sentimenti d’italianità.
Don Redolfo Trcek. Diacono della diocesi di Gorizia, ucciso il 1
settembre 1944 a Montenero d’Idria da partigiani comunisti.
Don Francesco Venturelli. Parroco di Fossoli (Modena), ucciso il 15
gennaio 1946 perché inviso ai partigiani.
Don Gildo Vian. Parroco di Bastia (Perugia), ucciso dai partigiani
comunisti il 14 luglio 1944.
Don Giuseppe Violi. Parroco di Santa Lucia di Medesano (Parma),
ucciso il 30 novembre 1945 da partigiani comunisti.
Don Antonio Zoli. Parroco di Morra del Villar (Cuneo), ucciso dai
partigiani comunisti perché, durante la predica del Corpus Domini del
1944, aveva deplorato l’odio tra fratelli come una maledizione di Dio.