di Brigida Miranda
Ho sempre sinceramente creduto che l’elettorato di centrodestra fosse quello più onesto, intellettualmente parlando. Nel senso che, se le cose non vanno, se i candidati non convincono, questi elettori non si pongono il problema di andare a votare. Rimangono a casa. Perché non si muovono al richiamo delle truppe cammellate, sono fondamentalmente più liberi. Quindi, in buona sostanza, anche a queste elezioni regionali, questo tipo di elettorato si è comportato allo stesso modo.
In Emilia Romagna, l’elettorato di centrodestra non è che cresca più di tanto. O, almeno, cresce pianino pianino. Ma veramente pianino. Più che altro gli elettori ‘migrano’. Quelli moderati si spostano tra Forza Italia e Ncd, quelli più a destra tra Fratelli d’Italia e Lega Nord, oppure si danno delle martellate sui cosiddetti e votano Forza Italia. Quelli che sentono più vivo il sentimento di protesta arrivano a votare (e non sono pochi) anche Movimento 5 stelle. Se c’è Salvini, Lega. O, appunto, restano a casa.
Ma quelli convinti di Forza Italia li riconosci subito. Perché ti raccontano che devono fare la politica tra la gente. Non come fa la sinistra, che sta nel palazzo. Però non rinunciano a un po’ di sana fighetteria. Lo vedi soprattutto in campagna elettorale. La campagna elettorale la si programma così: minimo 4/5 aperitivi con tre o quattro ex Ministri. E il buffet. Perché se non c’è il buffet la gente non viene. Prima l’aperitivo e poi il programma. Non esiste una campagna senza un aperitivo, senza un brindisi. Perché l’aperitivo serve. Ci dobbiamo contare. Per gli attivisti di Forza Italia la campagna elettorale è il momento clou dell’attività politica, devi misurare il gradimento personale di ognuno. Quanti voti muovo? Vediamo se la gente vota come dico io. Oddio, lo fanno un po’ tutti i partiti, però nel centrodestra la conta è molto più importante, perché i voti già sono pochi e le preferenze ancora meno. Il tuo voto lo puoi rendere proprio riconoscibile. Basta che io sappia dove abiti e in quale sezione voti. Il centrodestra ti controlla. Però in maniera più “liberale”, non come le cellule dell’ex Pci. Il centrodestra ti fa sentire libero. O meglio, fa finta di farti sentire libero. Non ti viene a prendere a casa col pulmino. Cioè, se avesse i mezzi lo farebbe pure. Però gli equilibri, nei territori come Imola e Circondario, sono calcolati. Allora, questa famiglia… sì è dei nostri, se glielo dico io di votare, vota. Sì questo ora lo chiamo e gli dico che gli ho fatto prendere la casa popolare. Questi sono di Forza Italia da una vita, votano sicuro. E poi il mail bombing. Il giorno prima delle elezioni mi sono arrivati 10 sms e non vi dico quante mail. E’ una cosa delirante. Per l’incisività della comunicazione dovremmo essere tutti di Forza Italia. Però dalle urne poi qualche sorpresa esce sempre.
Dovevano votare tutti, ma proprio tutti, alla fine a Imola i voti di Forza Italia sono 1345. Alle europee erano 3242. Scoppio totale del partito, altro che botto.
Poi, ragazzi, vogliamo parlare delle lotte fratricide? Quelle sono una meraviglia. A Imola votare Bignami è come votare Pd. Un tradimento. Bignami spacca il partito. Autoconvincimento. Bignami non lo sopporta nessuno. Lavaggio del cervello. Poi apri le schede a Imola, Bignami 319 preferenze. Ah ho capito, quelli sono i voti di Alessandro Fiumi (quello che è rimasto fuori dal Consiglio di Imola con 560 voti) e Nicoletta Gagliardi, quella che alle politiche, candidata dentro Fratelli d’Italia, aveva mosso qualcosa come 473 voti.
Però attenzione, mica votano tutti Bignami (spaccando il partito). Anche nel centrodestra ci sono i feudi. Non sono proprio come quelli di Sassoleone, storico feudo di Roberto Poli (Pd), però ci sono. Come Fontanelice, feudo di Carapia: plebiscito per Facci, 38 preferenze. Però, cavolo, mi dovete spiegare come cacchio ha fatto Bignami a prendere 3 preferenze a Fontana!?! Cioè, un’enormità. Voglio dire, a Fontana 3 preferenze sono una famiglia intera, voglio sapere chi sono i traditori.
Ecco, più o meno sono queste le preoccupazioni dentro Forza Italia. Una volta ho avuto la visione di un girotondo della pace tra Alberto Vecchi, Galeazzo Bignami, Alessandro Fiumi, Nicoletta Gagliardi e Simone Carapia, tipo un incontro conviviale tutti quanti allo stesso banchetto in centro a Imola a distribuire volantini per il partito. Poi però mi sono svegliata.
Ma se proprio vogliamo analizzare l’ennesima occasione persa del centrodestra a Imola (e in tutta la Regione), non possiamo prescindere da Bologna verso la quale Imola paga lo scotto dell’eterna dipendenza partitica. Io non so il primo pensiero, semmai lo ha avuto, che ha attraversato la mente del coordinatore regionale di Forza Italia, Massimo Palmizio, dopo le dimissioni di Errani. So il mio pensiero. Ho pensato che il centrodestra non potesse perdere la chance finalmente di dare lo scossone.
Cavolo, Errani si è dimesso mica per una cosa da poco. Perché ha dato un milione di euro alla cooperativa del fratello. Meglio di così. Due piccioni con una fava. Attacchiamo il mondo della cooperazione e gli intrecci politici e familiari, in un solo colpo. Va bene, ma ci serve il candidato presidente. PANICO. Palmizioooooo, ci serve il candidato!!! No ma guarda Palmizio, te sei il coordinatore regionale e forse non lo sai, ma noi che leggiamo i giornali lo sappiamo… guarda che Galeazzo Bignami, hai presente il figlio di Marcello Bignami, quello che alle ultime regionali ha preso 13.333 preferenze… hai presente? Guarda che si vorrebbe candidare a presidente della Regione Emilia Romagna ma non pretende che tu lo nomini, vuole fare le primarie. No eh? Dici che ci vuole troppo a organizzarle? Ma dai siamo a luglio, vuoi che non mettiamo in piedi in un mesetto una consultazione tra iscritti? No, dici che le primarie dividono e ci vuole il candidato unitario? Allora scusa, nominalo tu Bignami. Tanto il centrodestra è abituato, le primarie non le ha mai fatte. No eh? Dici che proviene dal Fronte della Gioventù e Silvio vorrebbe uno un po’ più moderato diciamo? Stile che ne so… che ne so… ma sai che non mi viene in mente nessun nome al momento. Non è che ci siamo dimenticati, nel frattempo, di costruire una classe dirigente?
Mi sa che mi tocca nominare Bignami. No, aspetta. Posso fare un’intervista e dire che Bignami va rottamato. Fa politica da troppo tempo, anche più di me. Non può proporsi come quello che vuole rifondare il centrodestra. Ma com’è che non gliene frega a nessuno della mia intervista. E poi Bignami vuole essere messo anche nel listino, perché se poi si sbatte per la campagna elettorale e non arriviamo secondi, rimane fuori dal Consiglio… Mi pare pure un ragionamento logico… pure i 5stelle la Gibertoni l’hanno candidata nella lista a Modena… Però se poi arriviamo terzi con la coalizione, la colpa è mia che non ho coordinato bene il partito… No… allora Bignami non può essere nominato perché… ah ecco… perché sicuramente è coinvolto nelle indagini delle spese pazze… quelle che vanno avanti dal 2012 e che, mano sul fuoco, come una bomba a orologeria, scoppieranno prima delle elezioni. Ce l’ha insegnato Silvio che va sempre così.
No scusa Palmizio… adesso intervengo… non nomini Bignami perché è indagato? Ma, secondo te, a un elettorato di centrodestra, che da più di 20 anni ha a che fare con un leader a cui la magistratura ha fatto il pelo e contropelo, gli ha calcolato pure le volte in cui va in bagno, che si è sciroppato il caso Ruby come se fosse acqua fresca, potrà mai interessare un’indagine a carico di Bignami per una serie di rimborsi? Un’indagine che coinvolge 41 consiglieri regionali e della quale nessuno avrà interesse a parlare perché c’è di mezzo pure il Pd? Da che mondo e mondo, nell’elettorato di centrodestra, un’indagine della magistratura “rossa” il candidato lo rafforza, mica lo indebolisce. Silvio docet. No, improvvisamente dobbiamo rinnovare il centrodestra. E dobbiamo cominciare a rottamare proprio Bignami. Però lo teniamo in lista, non si sa mai, magari porta qualche preferenza. Però, siccome non voglio dare a vedere che in qualche modo l’ho fatto fuori, lo metto pure capolista. Però diciamo, per correttezza, che la lista la facciamo in ordine alfabetico. Tanto non c’è nessun altro candidato che ha il cognome che comincia con la B. Che culo Palmizio, manco questa responsabilità ti sei dovuto prendere.
Dunque, Bignami non lo candidiamo a presidente. Ma sto cavolo di candidato lo dobbiamo trovare. Ora chiamo la mia assistente parlamentare: Annaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Sono arrivati sti cavolo di curriculum?!? E’ arrivato il curriculum di quel come si chiama… Forchielli? Quello che ha proposto Simone Carapia da Imola, perché questo qui lavora in Cina, non so ben dove…. Non ho capito se Carapia l’ha proposto per davvero o solo per farsi pubblicità… RI-PANICO. La scelta del candidato presidente diventa un calvario. Carapia lancia il sasso: Palmizio, se non ti muovi mi candido io, non me ne frega niente di entrare nel listino, voglio dare un segnale a Imola. Ohi, Palmizio, ti ricordi che lo scandalo Terremerse è scoppiato a Imola? O meglio, ti ricordi che c’è una Città che si chiama IMOLA?
Ma che cavolo vorrà sto Simone Carapia da Imola? Cioè, qua già stiamo inguaiati… come lo devo dire che i panni sporchi si lavano in famiglia e non bisogna andare sui giornali… già… la grande famiglia di Forza Italia, quella che da anni lancia segnali di unità e affezione al partito.
No, la gente Forza Italia non la digerisce tanto… poi siamo in coalizione con la Meloni e la Lega… no, qui ci vuole un civico. Valerio Melandri, professore di Forlì.
Eh no Palmizio… adesso devo intervenire di nuovo…chiedete a tutti di dare anima e corpo per il partito poi quando si tratta di dare un riconoscimento chiamate un civico?
Eh beh, sì… dobbiamo dare il segnale di essere trasversali…
Trasversali con una coalizione con dentro la Lega? Mi taccio che è meglio…
E infatti, colpo di scena, il Resto del Carlino batte la notizia che Silvio da Arcore ha scelto il candidato. Alan Fabbri, sindaco di Bondeno. Ma com’è che non ne so niente? Scrive più o meno Palmizio su Facebook. Ma il suo reale pensiero è: figurati se Silvio da l’ok a un candidato col codino e con il felpone. E poi fa già il sindaco… ma perché… potevamo candidare pure un sindaco? Ma perché in Emilia Romagna abbiamo anche vinto da qualche parte? Io mi ricordo che Silvio ha sempre detto che questa è una Regione persa. Abbiamo dei sindaci di centrodestra? Fabrizio Toselli? Luca Caselli? Ma com’è che non ci ho pensato prima?
No, non è possibile che Alan Fabbri sia andato ad Arcore. Devo lanciare il sondaggio tra gli iscritti su Facebook.
Di nuovo Palmizio? Devo intervenire di nuovo? Cioè, tu non hai voluto le primarie e ora lanci il sondaggio su facebook? Adesso ti metti a fare il grillino e il piddino insieme? E mentre qualcuno dà pure il voto, arriva la conferma della scelta di Alan Fabbri.
Dobbiamo intervenire, dice Palmizio. Scriviamo che sono enormemente incazzato su facebook. Wow, questa sì che è una prova di forza di un coordinamento regionale. Ma ormai è fatta, indietro non si torna. Sì ma tanto con la Lega non c’è storia, Forza Italia è data al 12%. Come? Salvini viene a fare la campagna per Fabbri? Ma cosa vuoi che sia, andrà un po’ in giro in camper…
Infatti, nei suoi giri in camper, Salvini si fa sfasciare l’auto dai centri sociali di Bologna: apparizione a Matrix, Porta a Porta, Domenica Live, tutti i Tg nazionali. Poi va nelle zone terremotate. Presidio della polizia pure a Parma. Intanto scende un attimo a Salerno, giusto una toccata e fuga annunciando di volersi mettere a capo di un nuovo progetto di centrodestra nazionale…
E Forza Italia? Ah sì… noi stiamo parlando sempre di Imola. Riprendo il filo… a noi interessa che qua facciamo il botto, con il nostro candidato Michele Facci. Ma non un botto, proprio i fuochi d’artificio. Comizi, aperitivi, megafoni, banchetti. Oh Carapia, basta con sto megafono, tutti i giorni a rompere le palle ai poveri vecchietti comunisti che ti lanciano bestemmie. Già una volta Salieri ti ha dato del fascista e ti voleva saltare addosso… meno male che è intervenuta la Lanzon che se l’è portato a prendere il caffè… cioè, qui tu proprio provochi di brutto. Dici che dobbiamo un attimo tamponare l’arrivo di Salvini a La Pascola? Ah sì, perché nel frattempo i giornalisti sono corsi tutti lì. Dobbiamo andare sui giornali, tutti i giorni. E’ una corsa contro il tempo. E contro Bignami. Quello che spacca il partito. E pure qualcos’altro. Chiama Matteoli, pure la Bernini. Qua ci devono essere tutti. Che io devo andare in Regione. Ah no, io non sono candidato. Mi ero un attimo immedesimato. Anche se io sono più bello di Facci… Io ce l’ho duro… no… quella è la Lega. Mi devo inventare uno spot… FACCI sognare va bene?
Ecco… le cose a Imola sono andate più o meno così. Con Alfonsina che correva per tutta la Città, mentre Bignami se ne stava tranquillo all’Hotel Olimpia. Mentre partivano le telefonate agli elettori che una volta si vedevano telefonare da Nicoletta e un’altra da Alfonsina (che telefonava mentre correva). Cioè, sti poveri elettori a un certo punto si sono dati alla macchia. Hanno staccato il telefono. Perché proprio non ci arrivavano a capire ste lotte interne. Scusa, ma non va bene se barro solo il simbolo? No, DEVI mettere la preferenza. Devi scrivere Facci. Devi scrivere Bignami. Avete rotto le palle, voto Lega.
Ora Palmizio, te sei sempre il coordinatore regionale (non so ancora per quanto) e non è che io voglia insegnarti come si fa politica. Però, se per esempio candidavi un imolese e un bolognese, invece di due bolognesi, avresti ottenuto un duplice effetto. La lotta fratricida che, attenzione, mica spariva da un giorno all’altro, si sarebbe almeno un pochetto affievolita. E le 10mila preferenze di Bignami, quello che tu volevi rottamare, non sarebbero apparse come la vittoria di Davide su Golia. Della base contro l’apparato. E le 2mila e 400 preferenze di Facci, se le avesse prese un imolese, avrebbero assunto un altro peso politico. Davi un contentino a Imola che non l’ha mai cagata nessuno e quelle preferenze sarebbero state la voce di un territorio. E, idealmente avresti, per la prima volta ricongiunto Imola a Bologna. Una roba da fantascienza per Forza Italia. Forse pure quell’8% non sarebbe stato così amaro. Ma qui abbiamo sbagliato tutto, dalla A alla Z. Oh, in ordine alfabetico, sia chiaro.