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ELEZIONI, LO CHOC “VERDE” IN EMILIA-ROMAGNA E IL MIRACOLO DI ALAN FABBRI

di Brigida Miranda

fabbri salviniE’ il giorno della lettura politica in Emilia-Romagna. Il Pd ovviamente non brinda anche se c’è da scommettere che tra qualche giorno il boom dell’astensionismo che va oltre il 60% sarà già un lontano ricordo e Bonaccini, forte della sua maggioranza, porterà avanti un programma assolutamente in continuità con quello di Vasco Errani, l’ex governatore condannato per falso ideologico nell’ambito dell’affaire Terremerse.

La media regionale dell’affluenza è stata del 37,70%: spese pazze, vibratori, indagini per reati ambientali, forse la delusione per un Governo nazionale immobile, hanno determinato l’emorragia di votanti in quella che tradizionalmente era la terra della partecipazione. E basta fare una botta di conti per capire che, stavolta, quelli che non sono andati a votare appartengono a un elettorato di centrosinistra. La coalizione di Bonaccini si ferma al 49,69%, la somma dei voti dell’opposizione costituisce la maggioranza.

Lo capisci in territori storicamente “rossissimi” che il segnale è chiaro: quando in certi seggi imolesi si cominciano ad aprire le schede e i primi 10 voti sono tra Movimento 5 stelle, Lega Nord e Forza Italia, e solo dopo arriva il primo voto al Pd, capisci che l’aria è diversa. Che stavolta gli elettori storici si sono davvero stancati. Ma secondo voi quanto durerà la riflessione all’interno del Pd? Qualche ora? Due giorni? Si accettano scommesse.

Il miracolo lo ha operato Alan Fabbri, il 35enne sindaco leghista di Bondeno che arriva a sfiorare il 30% e stacca la candidata a 5 stelle di 15 punti percentuali. Giulia Gibertoni si ferma al 13,26% . E queste elezioni decretano un deciso sgonfiamento del Movimento di Grillo. Perché definisco un miracolo quello operato da Alan Fabbri? Perché è noto che, quando c’è una forte indecisione e un forte impulso verso l’astensionismo, i primi a non andare a votare sono gli elettori di centrodestra. Ma stavolta non si può certo dire che questo tipo di elettorato non sia andato a votare. Fabbri li ha convinti, e pure parecchio. Ed è questo il vero miracolo. La campagna elettorale mediatica di Matteo Salvini ha portato la Lega a un risultato storico, il 19,42% . Sarà che ha pagato la battaglia per ‘la nostra gente’, la presenza costante sui media, la difesa di certi valori propri della destra sociale, oggi incarnati da un leghista. Forza Italia, completamente asfaltata, si ferma a un poco decoroso 8,36% aprendo non pochi interrogativi sulla gestione del partito da parte del coordinamento regionale nei panni dell’onorevole Massimo Palmizio. Il resto lo ha fatto il Pd.