Di Brigida Miranda
Caro Beppe,
chi ti scrive è una giornalista piccola piccola che a Imola prova a fare un po’ di informazione, nei limiti delle proprie possibilità e in maniera indipendente. Niente a che vedere con il tuo smisurato ego che ti fa sparare sentenze ed emettere giudizi a raffica, senza pensare nemmeno alle persone cui ti rivolgi, ai professionisti che offendi, alla gente che influenzi con le tue presunte verità.
Io sono una tra quelle, insieme a tanti altri colleghi, ad aver battuto per prima la notizia dell’indagine legata ai Photored, a carico di 15 persone, tra cui sindaco e vicesindaco di Imola e anche due ex dirigenti della Municipale. Precisamente dopo Il Fatto Quotidiano, Il Resto del Carlino on line, Repubblica (solo per citarne alcuni) e ovviamente dopo il lancio di varie agenzie Dire e Ansa. Nel giro di pochissimi minuti, la notizia è circolata ovunque.


Secondo te, caro Beppe, i consiglieri del Movimento 5 stelle, ultimi in ordine di tempo a inviare il comunicato da te pubblicato (come se solo i grillini si fossero scandalizzati a tale notizia, mentre le note stampa sono giunte numerose praticamente da tutte le forze politiche), da dove hanno appreso che erano stati emessi 15 avvisi di garanzia? Non certo da te. Ma dai giornali. Da quei giornali che tu disprezzi quotidianamente, che additi come “carta straccia”, che indichi come asserviti ai partiti, tutti indistintamente. A questi consiglieri riconosco l’onestà intellettuale di aver palesato la verità, scrivendo di aver appreso la notizia dai giornali, nel loro comunicato stampa apparso sul loro blog imolese il 19 novembre. Delle due l’una, caro Beppe: o tu sei in malafede, avendo tagliato la prima parte del comunicato censurando i tuoi stessi ‘portavoce’, o i consiglieri 5 stelle (ma non voglio pensarlo) hanno cassato la prima parte.

E’ triste, molto triste, che il leader di un Movimento, che per primo inneggia alla trasparenza e all’informazione obiettiva, ricorra a questi mezzucci per farsi un po’ di propaganda. Ma questa è solo l’opinione di una piccola giornalista.
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