Care compagne e compagni della FIOM,
desideriamo testimoniarvi il nostro sentimento di solidarietà per i gravi atti di repressione e intimidazione di cui siete stati oggetto insieme ai lavoratori dell’AST di Terni.
Come ai tempi di Genova 2001 una siffatta gestione dell’ordine pubblico è figlia dell’input politico del governo.
Quando il premier Renzi agisce una sistematica ed ossessiva campagna di aggressione mediatica contro il sindacato per metterlo ai margini dei processi decisionali, quando si punta con fredda determinazione a smantellare il sistema di tutele democratiche nel lavoro, quando si ipotizza la libertà padronale di licenziare come strumento efficace di sviluppo e crescita, quando centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che occupano con civiltà e sacrificio le vie di Roma per esprimere disagio e speranza vengono dipinte come una massa amorfa cammellata su autobus pagati allora il messaggio diviene chiaro: costoro non intralcino il cammino della “modernità” e se proprio insistono li si manganelli.
Ci voleva un presidente del Consiglio nonchè segretario del principale partito che si definisce di sinistra, ma che di sinistra non è, per far ritornare il nostro paese agli anni bui delle cariche scelbine. Oggi è ancora più chiaro come l’attacco all’art. 18 abbia una valenza squisitamente politica, come punti a concludere in modo autoritario un ciclo di storia del movimento operaio italiano, come operi per stabilizzare la barbarie dell’egemonia della finanza e del capitale nella nostra società.
Oggi è ancora più chiaro che sinistra politica e sociale, nell’autonomia dei ruoli, devono cooperare per ridisegnare una proposta di società antagonista alle sirene dell’innovazione renziana, per resistere utilmente ai progetti reazionari, per ricostruire legami e senso comune tra i soggetti colpiti dalla crisi.
Per quanto riguarda il nostro partito l’impegno che ci assumiamo è quello di lavorare per una soggettività ampia e plurale della sinistra di alternativa al servizio dei conflitti per il lavoro, contro il patriarcato, per un pianeta capace di futuro, per la pace e la solidarietà.
E, soprattutto, il nostro impegno sarà quello di contribuire alla mobilitazione e al conflitto sociale contro le politiche economiche, sociali e industriali di questo governo – di cui il Job Act è un solo tassello: la manifestazione organizzata dalla Cgil il 25 ottobre è stata una grande risposta di massa contro il tentativo di distruggere definitivamente ciò che rimane della Costituzione e dei nostri diritti.
Quanto avvenuto il 29 ottobre dimostra quanto sia necessario e urgente – una volta di più – lo sciopero generale. Noi ci saremo.
Rifondazione Comunista è a disposizione dei lavoratori dell’AST di Terni e della FIOM per tutte le iniziative che intenderanno intraprendere per difendere le loro ragioni che sono quelle del diritto al lavoro e alla democrazia.
Un abbraccio fraterno e comunista
La Segreteria di Rifondazione Comunista di Imola