
In tanti hanno rischiato di ritrovarsi il fiume in casa, nel bar o nel ristorante che con sacrificio gli garantisce quanto basta per sopravvivere; a qualcuno è successo di dovere ripulire garage e piani terra della propria abitazione: brutte vicende, ma tutto sommato concluse con un lieto fine. Qualcun altro, quelli più sfortunati, hanno invece subito danni pesantissimi in casa propria, con l’acqua che ha superato il metro e mezzo in alcuni punti d’altezza e che ha arrecato ingenti danni al mobilio, a elettrodomestici e a tutto ciò che ha incontrato sul suo cammino. Drammatica è la situazione di chi con un’azienda da mandare avanti se l’è vista distruggere, in parte o completamente, dall’esondazione del Santerno. È il caso della signora Giuliana Andrieri, che ha dedicato la sua intera vita all’attività commerciale che ha amato fino a quando la “bomba d’acqua” (ha superato i 5 metri), non gliel’ha portata via: la Trattoria Lungo Fiume (già Gattonero), una vera e propria istituzione a Borgo Tossignano, meta forzata di turisti e viaggiatori di passaggio, conosciuta e apprezzata dai concittadini della signora Andrieri, che l’avevano sempre consigliata a parenti e amici che avessero voluto consumare un pasto con la famiglia o colleghi da queste parti. Questo però è il passato. Un passato vicinissimo, lontano appena dieci giorni, ma che oggi, per la signora Andrieri sembra distante anni luce. Quella trattoria, per lei, donna in gamba e votata al lavoro, senza altre fonti di sostentamento, era qualcosa di più di un’attività: era un contenitore di progetti e di idee che funzionavano, in grado di ricreare un’atmosfera di convivialità tra le sue mura, resa poi straordinaria dalla qualità e dal sapore dei piatti portati in tavola. Oggi, Lungo Fiume (già Gattonero), con la sua cucina e i suoi tavoli, con la sua storia, è distrutto, quasi del tutto cancellato dalla furia della natura. La signora Andrieri, umile e orgogliosa come chi si è fatto da sé, oggi può essere presa a simbolo per tutti quei piccoli imprenditori o artigiani sul cui cammino si è imbattuta la calamità naturale, il disastro imprevedibile contro cui, ora, non resta che reagire. E in questa battaglia per la ricostruzione, per il ripristino della vita di tutti i giorni, sarà necessario l’impegno delle istituzioni nazionali la cui sensibilità e impegno auspichiamo siano schierate con decisione accanto a chi adesso ne ha urgente bisogno. La frequenza di questo tipo di calamità che hanno martoriato aziende come quella della signora Andrieri impongono di passare a nuovi strumenti di risarcimento che le garantiscono. Per una bomba d’acqua di cinque minuti la signora Andrieri ha visto distrutto il lavoro e il pane quotidiano di una vita intera.
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