Egregio Alessandro Mirri,
ho letto il suo intervento su un sito locale “tutto imola” in cui fa più volte riferimento al sottoscritto, ritengo giusto a beneficio dei terzi fare alcune precisazioni, in seguito a sue valutazioni che ritengo “eccessive” e prive di fondamento.
Il significato di “Laico” meglio espresso, che è poi sintesi del mio pensiero personale e dell’Uaar è contenuto in una frase di Stephan Hessel: Il Laico chiede di essere rispettato per le sue convinzioni rispettando quelle degli altri. Allo Stato- chiede di non privilegiare alcuna religione o ideologia”
Anche il suo Vescovo e lei stesso meritate doveroso rispetto nella misura in cui, almeno per quel che mi riguarda, rispettiate da “non laici”, questo Stato ed i suoi principi fondamentali, che non appartengono la anticipo ad alcuna presunta “tradizione cristiana”, semmai, e la storia è chiara a riguardo se la si legge correttamente, alquanto “pagana”.
Né chi le scrive ne l’Uaar intende neppure “per propria natura” censurare opinioni altrui ci mancherebbe, semmai ritiene nei propri diritti commentare liberamente il pensiero altrui anche se quando questo è espresso da “presunti intoccabili”.
Se poi vogliamo essere precisi riguardo la “libera espressione” le ricordo la legge sul “Vilipendio della religione” (1930 Codice Rocco)che nonostante le martellate da parte della Corte Costituzionale rimane ancora in vigore, una delle tante insensatezze giuridiche Italiane a vantaggio della religione cattolica che, per suo tramite quale esponente locale di un “certo” cattolicesimo semmai critica il mio ed il nostro “diritto di liberaespressione”(rif 1976, Corte Europea dei Diritti Dell’Uomo)
La sorprenderà sapere poi, gentile consigliere, il fatto che non rappresento a Imola “nostalgici”, gli iscritti all’Uaar è facilmente immaginabile, non credono in un qualsivoglia dio, ma hanno tutti un convincimento politico ed in segreto le dico che, parlando al nostro interno talvolta di politica, ho notato come questo “credo politico” copra più o meno quasi tutto “l’emiciclo” fatto salvo per gli estremisti politici che sono estranei alla nostra associazione.
Non ho alcun “odio verso i cristiani” né nei confronti di nessun essere vivente, né ne ha alcuno l’UAAR, ed è spiacevole che voglia farlo intendere ai terzi, ritengo solo che né cristiani, né musulmani né ebrei, ne’ buddisti…vadano trattati dallo Stato come dei privilegiati rispetto ai comuni “mortali” credenti o meno che siano.
Derivo da una famiglia cristiano cattolica che mi ha imposto contro la mia volontà (prima della scomunica “latae sententiae” ) battesimo, comunione e cresima, conosco appartenenti a varie religioni ma non ne misuro la bontà o la “capacità di comprendere” sulla base della loro appartenenza religiosa ma sulla base dei loro ragionamenti.
Se devo ricordare per esempio un cardinale meritevole di rispetto ricordo il cardinal Martini, se devo ricordare un prete degno di rispetto ricordo Don Gallo, entrambi cristiani cattolici con una visione più laica e sempre aperta al dialogo, ed entrambi persone di senso.
La costante difesa dei diritti civili e della Laicità dello Stato Italiano mette l’Uaar in ovvio contrasto con la Chiesa cattolica, se posso comunque la “tranquillizzo” anche in questo senso, ricordandole che non sarebbe differente se vi fosse diversa religione nella stessa posizione “dominante” e che la sua Chiesa cattolica o il suo Vaticano tra i suoi 2000 miliardi di Immobili nel mondo, ed i denari che lo Stato Italiano versa (pur potendo azzerare il “santo dazio” e fare da se risparmiando), annualmente nelle sue casse (6.447.307.772 di € conteggio ad oggi), può stare sereno e continuare a mantenere tutto l’apparato, Caritas compresa
Nel merito delle parole del Vescovo ribadisco la mia opinione, l’Isis o come si chiami, è una delle tante espressioni di odio e violenza religiosa che esistono nel mondo ed è ci mancherebbe, da combattere. Chi lodeve fare?Non certamente la Chiesa Cattolica, non certamente una bandiera corredata di croce che per i musulmani che hanno ed avranno memoria per generazioni è simbolo di atrocità subite, di violenza, essa è una verae propria provocazione.
Queste parole le ha mai sentite pronunciare?
“Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all’altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatta all’altro” (Levitico 24:19-20)
“Con quello con cui uno ha peccato, con quello stesso sarà castigato” (Sapienza 11:16).
Dopo gli abomini immondi di cui la fede cattolica si è macchiata nel lontano passato (fino al 1850 direttamente)ed il comportamento avuto anche di recente(le cito e mi fermo per decenza il Ruanda
1994)un Vescovo si eleva con voce ricattatoria quasi a voler “rappresentare” un paese, l’Italia, che non rappresenta affatto. Può essere nel giusto lamentando una “presa di posizione” condivisibile ma deve essere consapevole e ciò è a mio avviso imperdonabile, che facendolo dal suo status di religioso rischia di ottenere l’effetto esattamente contrario, con maggior danno di coloro che vivono la propria fede o la propria aconfessionalità distanti dalla Chiesa Cattolica.
Il Vescovo rimane poi “di fatto” il rappresentante, di un paese estraneo all’Italia che si chiama “Città del Vaticano” e nominato dal monarca di tale stato che attualmente è riconosciuto come papa Francesco.
Il Vescovo a mio avviso avrebbe dovuto scrivere in privato al mondo laico chiedendo un intervento, sarei stato il primo a sostenere tale azione (consapevole del basso livello politico laico
Vorrei evitare qui di affrontare disquisizioni stoppose in merito all’appartenenza del Vescovo alla “Chiesa Cattolica” piuttosto che al “Vaticano”, dato che la definizione di “ospite” parlando di alti funzionari “papali” è piuttosto chiara soprattutto agli appartenenti allo Stato Italiano almeno sin dal 20 settembre 1870.
Non è poi infine il ricatto, pronunciato dal pulpito dorato della discutibile “superiorità morale”, dal pulpito dorato, dell’ingerenza nel vivere pubblico e dell’ingerenza attraverso le imposizioni giuridiche… il modo per esporre il proprio dissenso, ma il dialogo, la tolleranza e la comprensione, anche col rischio talvolta di poter cambiare opinione.
Aspetti questi che anche lei non dovrebbe trascurare da “non laico” quando vuole imporre regole e dogmi personali estendendoli a tutti quasi fosse detentore di una “verita” che stia sicuro non è nelle tasche di nessuno.
Per quanto mi riguarda rimarrò libero di non credere, confidando nel mio pensiero e nel processo inesorabile chiamato secolarizzazione.
Saluti
Roberto Vuilleumier
Delegato Uaar Imola e Castel San Pietro Terme