Il Consiglio comunale di Imola ha approvato un OdG sul gioco d’azzardo che impegna il Consiglio alla sottoscrizione del Manifesto dei sindaci al contrasto del gioco d’azzardo e il Sindaco a chiedere ai Presidenti di Camera e Senato e ai presidenti delle commissioni competenti di prevedere il potere di ordinanza dei Sindaci sulla materia. Peccato che dove potrebbe intervenire, l’Amministrazione comunale il suo potere non lo usi: modificando, per esempio, le convenzioni per la gestione dei centri sociali… dove ci sono bar (emanazione praticamente diretta del Comune) pieni di videopoker.
Per questo motivo abbiamo presentato la seguente mozione che impegna il Sindaco e la Giunta a modificare le convenzioni con i centri e circoli socio-culturali e ricreativi per quanto attiene l’uso dei videopoker , in quanto il Comune ha l’obbligo di controllare continuamente che le attività svolte all’interno dei suoi locali non si pongano in contrasto con l’interesse pubblico. Ma chiediamo anche di utilizzare lo strumento dell’”ordinanza sanitaria” in modo da limitare questa vera e propria malattia sociale. Ora vogliamo vedere se chi governa il territorio tiene veramente alla salute dei cittadini e a limitare questa piaga sociale o quando si tratta d’intervenire in certi settori e “ambienti vicini” come i Centri sociali si fanno orecchie da mercante e si fa finta di non vedere …ovvero si predica bene e razzola male.
Simone Carapia
Alessandro Mirri
Consiglieri Pdl Imola
Imola, lì 8 ottobre 2013
MOZIONE
PREMESSO CHE: La proliferazione di slot-machine e sale giochi non fa che colpire chi è più debole, non solo sotto il profilo economico ma sotto il profilo psichico. Con un giro d’affari in forte crescita il gioco d’azzardo si presenta come terza industria del paese (dopo Enel ed Eni), generando cospicui incassi al Ministero del Tesoro (circa 3,9 miliardi di euro lo scorso anno) ma al tempo stesso è anche portatore di interessi per la criminalità organizzata in quanto ha elevatissimi e rapidi guadagni e dà la possibilità di riciclare considerevoli somme di denaro provenienti da attività illecite;
EVIDENZIATO CHE: Ogni italiano spende in media oltre 1.000 euro l’anno per il gioco d’azzardo (dato tra i più alti al mondo), arrivando in molti casi ad una dipendenza patologica che porta ad effetti drammatici sul piano economico, sociale e familiare; i maggiori “consumatori” delle varie forme di gioco d’azzardo “ di facile guadagno ” appartengono quasi sempre alle classi più disagiate e sotto acculturate, che tentati dal “vincere facile” diventano vittime di una vera e propria patologia e quasi sempre, per dare una svolta alla propria situazione, non fanno altro che rovinare la propria famiglia arrivando al baratro;
CONSIDERATO che il Comune di Imola ha aderito al manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo;
CONSIDERATO ALTRESI’ che è stata votato un Ordine del giorno in Consiglio Comunale che invita il Sindaco a chiedere ai presidenti di camera e Senato e ai presidenti delle commissioni competenti di prevedere il potere di ordinanza dei primi cittadini in materia (emendamento del popolo della Libertà);
CONSIDERATO INFINE che la disciplina sanitaria che pone il Sindaco garante della salute pubblica e visto l’acclarato riconoscimento della malattia di dipendenza da tali giochi, di intervenire, con “ordinanza sanitaria”, per l’eliminazione nel territorio comunale delle Slot Machine
PRESO ATTO che come primo intervento l’Amministrazione potrebbe già modificare le convenzioni con i tanti centri sociali nel territorio comunale, dove ci sono bar pieni di videopoker;
PRESO ATTO INOLTRE che altri Comuni Italiani (ad esempio Bastia Umbra) ha deciso di combattere la ludodipendenza nei centri socio-culturali vietando i giochi d’azzardo;
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
· A modificare le convenzioni con i centri e circoli socio-culturali e ricreativi per quanto attiene l’uso dei videopoker , in quanto il Comune ha l’obbligo di controllare continuamente che le attività svolte all’interno dei suoi locali non si pongano in contrasto con l’interesse pubblico;
· Ad utilizzare lo strumento dell’ordinanza sanitaria per limitare nel territorio comunale questa piaga sociale
Alessandro Mirri
Simone Carapia