Abbiamo presentato una richiesta di accesso civico ai sensi del D.Lgs. 33/2013, la cosiddetta FOIA, per ottenere dati su autovelox e Telelaser gestiti dal Nuovo Circondario Imolese. Un diritto di trasparenza semplice e chiaro è stato però trasformato dalla Polizia Locale in delle pretese a nostro parere ingiustificate, scaricando sul richiedente oneri che spettavano all’amministrazione stessa. Insisteremo, vogliamo ottenere questi dati, che piaccia o non piaccia.
Invece di ricevere i dati, ci è stata inviata una comunicazione che sospendeva il procedimento, chiedendo documenti di identità del titolare della PEC con cui avevamo presentato l’istanza. Una richiesta senza alcun fondamento normativo, che ignora le linee guida dell’ANAC e le disposizioni del D.Lgs. 33/2013. Per la FOIA non è prevista alcuna identificazione qualificata né l’allegazione di documenti personali. La Polizia Locale del Nuovo Circondario Imolese, tramite l’indirizzo PEC pm@pec.nuovocircondarioimolese.it , ha così trasformato un diritto garantito dalla legge in una concessione discrezionale, sospendendo i termini procedimentali e creando un ostacolo artificiale all’accesso alle informazioni pubbliche.
È bene chiarire: la richiesta di integrazione basata sull’art. 65 del D.Lgs. 82/2005 (CAD) e sulle linee guida FOIA non ha alcun fondamento, l’accesso civico generalizzato non richiede l’allegazione di documenti di identità né l’identificazione qualificata del richiedente: basta indicare le generalità e un recapito valido. Inoltre, la titolarità della PEC “@pecgiornalisti.it” poteva essere verificata direttamente dall’amministrazione presso i registri ufficiali dell’Ordine dei Giornalisti. Non è il nonstro compito da richiedente dimostrare l’autenticità dell nostro indirizzo pec giornalistico e inviare documenti aggiuntivi, percio consideriamo che la sospensione dei termini fino a un documento non dovuto è quindi un ostacolo illegittimo a un diritto già garantito dalla legge!
Noi abbiamo chiesto semplicemente di sapere dove e come vengono gestiti autovelox e Telelaser, strumenti che incidono sulla vita quotidiana dei cittadini imolesi e sulla correttezza delle multe stradali. Non si tratta di dati sensibili personali, ma di informazioni pubbliche che la legge impone di rendere accessibili. Se la Polizia Locale ha scelto di frapporre barriere inesistenti, trasformando un diritto netto in una concessione soggetta a interpretazioni arbitrarie, noi non ci stiamo e ora chiediamo con forza che il procedimento sia riattivato immediatamente e che l’istanza venga esaminata nel merito, senza ulteriori pretesti burocratici.
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