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Alluvioni, fiumi e promesse: la Regione Emilia-Romagna aggiorna i dati, ma i cittadini non ci stanno

Emilia-Romagna, 5 dicembre 2025 – Circa 1.500 chilometri di fiumi da Bologna a Rimini sono al centro di un corposo lavoro di aggiornamento del quadro conoscitivo, spiegano dalla Regione Emilia-Romagna, “imprescindibile dopo l’alluvione di maggio 2023”. L’iniziativa, che riguarda il Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (Pai) del fiume Po esteso ai bacini del Reno, dei fiumi romagnoli e dei fiumi Conca e Marecchia, punta a omogeneizzare la pianificazione dei bacini e a individuare gli interventi necessari per la messa in sicurezza del territorio.

Nonostante l’impegno tecnico e l’analisi di oltre 1.400 sezioni fluviali e quasi 300 ponti, i cittadini, attraverso i commenti sul post Facebook della Regione, non sembrano affatto soddisfatti. Massimo Silvestri denuncia una gestione decennale inefficace: “Percorsi partecipati, tavoli istituzionali, proposte, studi e qualche progetto, ma da oltre trent’anni non si è voluto affrontare il problema del dissesto idrogeologico”. Moreno Ambrosini rincara la dose: “Dopo tutte le alluvioni ancora dovete conoscere un territorio che governate da 70 anni? Fate vomitare!”.

Molti utenti segnalano una manutenzione insufficiente o assente. Massimo Pecunia scrive: “Già la foto rende l’idea della zero manutenzione. I letti dei fiumi dovrebbero essere puliti da tutto e dragati dove necessario. Lo si faceva 50 anni fa, con clima stabile e le alluvioni non mancavano; adesso è indispensabile”. Gabriele Gamberini aggiunge: “Sono da pulire, lo vede anche un bambino, cosa c’è da studiare? Ci sono ponti chiusi o crollati da due anni e mezzo, vergognatevi”.

Oltre alle critiche sulla manutenzione, molti commentatori sottolineano l’urgenza di azioni concrete e immediate: Marco Nichele ricorda che “sapere il rischio di inondazione non risolve il problema, lo posticipa. Occorre manutenzione e realizzazione di bacini di espansione a monte!”. Andrea Ferrari evidenzia l’importanza di interventi anche al di fuori dell’alveo: “È lì che nascono le condizioni per i disastri!”.

Il quadro dei commenti mette in luce una forte frustrazione: i cittadini chiedono interventi concreti, pulizia dei fiumi, dragaggi, e piani efficaci di prevenzione, denunciando anni di incuria e promesse non mantenute. La Regione, pur vantando analisi dettagliate e aggiornamenti tecnologici, dovrà dimostrare che la conoscenza del rischio si traduce finalmente in sicurezza reale per le comunità.