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Accensione del Natale a Imola: pochi presenti tra greenwashing e luminarie arcobaleno

Sarà stato il freddo, o forse le poche luminarie, ma piazza Matteotti di Imola è rimasta quasi vuota per l’accensione del Natale. Ovviamente questo non ha impedito al sindaco di fare la sua parte di greenwashing, partendo dal “boschetto” natalizio, probabilmente un’idea venuta a qualche boy scout in cerca di funghi o di buche. E di buche, infatti, Imola è ormai piena: tutte lì ad aspettare il periodo elettorale, quando qualche dottor “spin” ricorderà a Panieri che forse è ora di coprirle con i soldi delle multe prese con i vari autovelox, incluso quello in via Emilia verso Piratello, tarato a 50 su un tratto dove si poteva andare tranquillamente al lavoro con 70.

Quando ha parlato della scelta del boschetto al posto di un albero grande di Natale, ci siamo ricordati della grande strage degli alberi tagliati lungo il fiume. Ed ecco perché parliamo di greenwashing: il greenwashing è quella cosa che fanno enti pubblici, aziende o politici per sembrare “ecologici” solo in apparenza, senza un vero impegno. Una facciata verde giusto per coprire altri interessi. In questo caso, gli interessi che girano intorno all’autodromo hanno prevalso sugli alberi, che impedivano la costruzione di qualche muro necessario per tenere lontana l’acqua esondante, perché qualcuno non aveva pulito il fiume mentre si riempiva la bocca di “Bella ciao” o si faceva qualche armocromia di 300 euro all’ora.

Vi ricorderete anche voi come si era allagato nel 2023: e questo non va bene quando si parla di affidamenti diretti, perché, state tranquilli, se il fiume avesse inondato i condomini in via Grazia Dei tutto ’sto macello non sarebbe successo. Anzi, se qualche oca contadina avesse spostato un rametto per pulire gli argini, quella l’avrebbero subito multata.

E allora, a cosa serve ’sto boschetto? A farvi dimenticare tutti quegli alberi tagliati. Ma sì, siccome questa giunta è fatta in un certo modo, ovviamente il boschetto non bastava: e allora ecco anche le luminarie a forma di zucca con le luci arcobaleno. Addirittura il presepe di Natale in piazza cambia colore come fosse una sauna di cromoterapia, e anche queste cose fanno la loro parte di washing, ma in questo caso si chiamerebbe brainwashing, perché mentre accendevano le luci di Natale in realtà infilano quelle di una certa ideologia. Ti vogliono fare brillare gli occhi con queste luci, così per non accorgerti delle ombre vecchie. Ombre fatte di buche, di allagamenti, di priorità ribaltate, di ammanchi, di scelte che nessuno ha chiesto, ma che tutti devono subire.