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Carabinieri nell’aula consiliare: il fotografo di TuttoImola e il doppio standard della maggioranza PD

Imola, 23 ottobre 2025 – Ci si lamenta spesso della carenza di forze dell’ordine sul territorio – invocando più pattuglie, più presidi, più sicurezza per la comunità – poi, quando basterebbe tollerare che anche un fotogiornalista “scomodo” eserciti il proprio diritto di cronaca, si convoca l’intervento proprio nell’aula consiliare.

Il fotogiornalista di TuttoImola.it presente per documentare l’attività dei consiglieri d’opposizione — e precisando che non intendiamo utilizzare colposamente o dolosamente le foto altrui, poiché cerchiamo sempre di realizzare i nostri servizi con mezzi propri, senza doverci conformare a strumenti imposti da altri — ha scattato immagini senza arrecare alcun disturbo. Nonostante ciò, alcuni consiglieri della maggioranza l’hanno maltrattato verbalmente, nel loro stile caratteristico, sostenendo che non fosse permesso fare foto nel Consiglio Comunale; qualcuno ha addirittura invocato la “privacy”, nonostante si parli di personaggi pubblici, mentre altri hanno citato l’“inviolabilità” dell’emiciclo, come se non fosse evidente che quando parlano i consiglieri d’opposizione spesso non ascoltano attentamente e si distraggono con notebook, tablet o cellulari. E tutto ciò è nulla rispetto a chi adesso ha la spudoratezza di invocare il rispetto delle regole, mentre nella precedente legislatura del Consiglio Comunale spingeva i pulsanti dei microfoni solo per disturbare il discorso della allora sindaca.

Ovviamente si è generato uno scambio verbale, perché non permettiamo a nessuno di trasformare un diritto acquisito e autorizzato in un privilegio discrezionale alla maggioranza PD. La situazione ha portato a una breve sospensione del Consiglio, seguita dall’intervento dei Carabinieri, chiamati da qualcuno che non ha compreso — o volutamente non ha voluto comprendere — che i diritti, quando esistono, valgono per tutti e non sono alla discrezione di nessuno. A memoria di qualcuno, mai un sindaco aveva chiesto di far entrare i carabinieri nell’aula consiliare, per il fastidio di essere immortalato e a stupire, poi, è il doppio standard lampante: nello stessa aula operava un altro fotografo, a cui non è stato mosso alcun rimprovero. La “scomodità” di TuttoImola.it, evidentemente, pesa più di un flash qualunque. Un segnale inquietante di selettività, che mina la parità di accesso all’informazione.

Va ricordato che, secondo regolamenti e norme vigenti, la gestione dell’ordine nell’aula consiliare spetta al Presidente del Consiglio Comunale, Roberto Visani. Qualora fosse stato il sindaco a richiedere l’intervento dei Carabinieri, ciò configurerebbe un’interferenza nelle competenze di un organo collegiale, poiché il sindaco non dispone di poteri diretti sullo svolgimento delle sedute né può ordinare l’allontanamento di giornalisti o cittadini. Dal punto di vista legale, un intervento delle forze dell’ordine senza titolo può configurare: interferenza con un organo collegiale, potenziale abuso di potere (art. 323 c.p.), violazione della libertà di stampa e di cronaca, garantita dall’art. 21 Cost. e dalla giurisprudenza europea (Goodwin v. Regno Unito, 1996), secondo cui il diritto di ricevere e diffondere informazioni(anche è una foto è una informazione!) è fondamentale per la democrazia.

Dunque ci restano alcune domande: chi ha effettivamente chiamato e autorizzato l’intervento dei Carabinieri? Perché a un altro fotografo non è stato contestato nulla? E soprattutto: il sindaco, che non ha alcun potere sull’ordine del Consiglio, ha davvero interferito? Se la risposta non arriverà, questo episodio rimarrà come una grave anomalia istituzionale, con implicazioni evidenti per la libertà di stampa e la trasparenza nelle istituzioni cittadine.