IMOLA – A volte il silenzio dice più delle parole. E il silenzio di Palazzo sull’incidente tra il papà del pilota Kimi Antonelli e un agente della polizia locale grida forte. Troppo forte per essere ignorato, anche perché il sindaco Panieri delegato alla Polizia Locale, ha scelto di non parlare. Per mesi. Mentre un suo agente rimaneva lontano dal servizio dopo essere stato investito – involontariamente – durante il Gran Premio di Formula 1.
Ora Fratelli d’Italia giustamente ha imbracciato le armi della trasparenza. Marta Evangelisti e Simone Carapia come al solito non usano giri di parole tipiche degli “democratici”: «Vi sembra normale questo atteggiamento di silenzio per mesi? Hanno taciuto perché c’era in ballo il rinnovo della Formula 1».
Panieri nel suo stile ha provato a giustificarsi: «Non sembrava un fatto grave». Ma la gravità la decidono i cittadini, non il sindaco, soprattutto quando si parla di un agente investito durante il evento più importante della città. Il silenzio del primo cittadino pesa come un macigno, perché quando un sindaco-delegato alla sicurezza sceglie di non parlare di un incidente che coinvolge un suo agente, sta dicendo già tutto. Sta dicendo che certe verità sono troppo scomode. Sta dicendo che gli interessi legati alla F1 vengono prima della trasparenza.
«Imola vuole chiarezza», insistono da FdI e hanno ragione, perché in democrazia il silenzio delle istituzioni è sempre il peggior tipo di comunicazione. È l’ammissione che c’è qualcosa da nascondere. Ora tocca ai cittadini decidere se quel silenzio era d’oro o era solo la prova che, quando il gioco si fa duro, ad Imola la trasparenza è sempre la prima vittima.