L’intervento di Simone Carapia, espressione di Fratelli d’Italia, non ha messo in discussione l’importanza dei cinque nuovi sportelli antiviolenza, ma ha sollevato interrogativi fondamentali su come questi sportelli operano e chi ne beneficia realmente. Carapia ha richiamato l’attenzione su un possibile uso strumentale del “Codice Rosso”: uno strumento concepito per tutelare e accelerare i casi di violenza, che rischia però di diventare un mezzo per ottenere copertura delle spese legali a carico della collettività, senza poter dimostrare un reale beneficio per chi subisce violenza, con il dubbio legato alle alte percentuali di assoluzioni e archiviazioni citate nel suo intervento.
Inoltre, lo stesso Carapia ha acceso un faro sul rischio di conflitti di interesse: evidenziando come una delle associazioni coinvolte (Trama di Terre), presieduta da un legale, riceva fondi pubblici per attività di assistenza e allo stesso tempo svolga consulenze in procedimenti giudiziari, cosa che “in palese conflitto di interessi” richiede chiarimenti immediati. È un richiamo, neanche troppo velato, alla necessità di garanzie di buon governo e di trasparenza nelle procedure.
Ma perché Trama di Terre ha risposto definendo “insinuazioni offensive”, senza entrare nei numeri o spiegare la struttura organizzativa, i criteri di rendicontazione né fornire dati su percorsi legali o psicologici conclusi o in corso? Perché non pubblicano un bilancio operativo minimo che quantifichi le risorse utilizzate? Perché non illustrano il ruolo effettivo delle figure legali, né dicono se esiste un registro contro i conflitti di interesse? Le motivazioni addotte parlano della “necessità di preservare la velocità e la riservatezza dei servizi”, ma la riservatezza non confligge con la trasparenza: rendicontazioni aggregate o report di impatto, anonimi, sono largamente compatibili con la tutela delle vittime.
Ecco il punto: non si chiede a Trama di Terre di consegnare dati sensibili, ma di dimostrare che i soldi pubblici servono davvero a “fare bene” e a mettere in sicurezza le donne, non a finanziare processi costosi dai risultati incerti. Un’associazione che dichiara di agire contro un fenomeno “strutturale” deve misurare e rendicontare il proprio operato, soprattutto quando lavora a fianco delle istituzioni, che aprono generosamente le tasche verso questo tipo di associazioni pagando contributi con le tasse dei cittadini.
Il “resistere” di Trama di Terre, nel rifiutare un confronto basato su dati, rafforza la posizione del consigliere, che ha pienamente ragione a sollevare interrogativi su come operano questi sportelli – in particolare quelli gestiti da questa associazione – e su chi ne beneficia realmente.
Ricordiamo, tra l’altro, che una delle donne coinvolte in una lite con noi qualche anno fa, appartenente al direttivo dell’associazione (come risulta dagli atti), fu rappresentata da un’avvocata che si presentò all’udienza davanti al giudice di pace di Imola con una borsa recante la scritta “Trama di Terre”. In quel caso, stranamente, l’associazione non si costituì parte civile; anzi, la querela contro di noi fu addirittura ritirata e questo chissà perché, considerando che queste donne si presentano sempre come paladine della lotta contro la “violenza”.
Anche in quell’occasione, per noi che abbiamo rischiato solo per aver posto una semplice domanda, non è mai stato chiaro chi abbia sostenuto le spese legali dell’aderente all’associazione, la quale tra l’altro pretendeva un risarcimento per un iPhone del valore di oltre mille euro. E in quel momento ci siamo chiesti: vista la richiesta, magari sarà stato regalato, o forse questa lotta contro la “violenza” è così redditizia? A tutti voi che operate nel mondo del volontariato capita spesso di ricevere in dono – o potervi permettere – iPhone da oltre mille euro? Se si allora beati voi dev’essere un volontariato di fascia alta…ed ecco anche per questo motivo sosteniamo pienamente la richiesta del consigliere Carapia di fare chiarezza su come vengono spesi i fondi pubblici e su chi ne beneficia in modo “strutturale”, pardon realmente.
P.S Vogliamo raccogliere testimonianze di cittadini che hanno vinto processi o cause contro Trama di Terre
Fai una semplice domanda e per tutta risposta ricevi un’aggressione