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Non solo rame, ma anche alluminio: tre fratelli collezionano arresti e metalli

Prima il furto, poi la fuga in autostrada: fermati dai Carabinieri dopo un inseguimento da film. Ma il colpo valeva solo 500 euro.

Imola, 11 luglio 2025 – Non è tutto rame ciò che luccica. A volte brilla anche l’alluminio anodizzato, specialmente se custodito in bidoni all’interno di un’azienda di Mordano. E deve aver brillato parecchio agli occhi di tre fratelli – 31, 35 e 37 anni – che hanno pensato bene di darsi all’arte del furto in versione “family business”, specializzandosi nel settore dei metalli leggeri.

Nati in Italia, domiciliati presso un campo nomadi dell’hinterland bolognese e già noti alle forze dell’ordine (il che li rende, ormai, habitué del codice penale), i tre sono stati sorpresi dal proprietario dell’azienda proprio mentre stavano caricando su un furgone grigio cinque bidoni pieni di alluminio.

Il colpo però non è andato come speravano: l’imprenditore, in perfetto stile “Fast & Furious Made in Romagna”, non si è limitato a chiamare i Carabinieri, ma ha deciso di inseguire personalmente il furgone a tutta velocità verso il casello dell’A14.

Nel frattempo, la Centrale Operativa di Imola ha allertato una pattuglia del Radiomobile, che ha intercettato i fuggitivi già oltre la barriera autostradale, lanciati verso Bologna. Dopo un breve inseguimento (durato meno di quanto impieghi un’autostrada a farsi asfaltare), i militari hanno fermato il mezzo sulla rampa di accelerazione.

All’interno del furgone, come in una versione povera di Arsenio Lupin, non c’erano gioielli ma solo numerose barre e profili in alluminio, alcune ancora nei bidoni. Il proprietario, giunto sul posto, ha riconosciuto senza esitazione la refurtiva, dal valore commerciale di circa 500 euro.

I tre fratelli sono stati arrestati per furto aggravato in concorso, accompagnati in camera di sicurezza e poi giudicati con rito direttissimo. Per loro niente manette a lungo termine, ma misure cautelari differenziate: obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per il più giovane e obbligo di dimora per gli altri due.

Il furgone – più utile come prova che come mezzo di fuga – è stato sequestrato. La refurtiva è invece tornata nelle mani del legittimo proprietario, che, dopo lo spavento, potrà riprendere a trattare metalli… con meno sorprese.