L’Unione Europea sta preparando il terreno per infliggere una multa astronomica, stimata oltre 1 miliardo di dollari, alla piattaforma X di Elon Musk, con il pretesto di una violazione della Legge sui Servizi Digitali (DSA). Questa legge, uno strumento burocratico pensato per regolamentare i contenuti online e combattere la cosiddetta disinformazione, si trasforma ora in un’arma contro una delle poche piattaforme che ancora difendono la libertà di parola. Secondo il New York Times, le sanzioni – che includono non solo multe, ma anche ordini di modificare la piattaforma – dovrebbero essere annunciate nell’estate del 2025, come trofeo per i regolatori europei.
Tutto è iniziato con un’indagine avviata nel 2023, in cui l’UE accusa X di non rispettare gli standard assurdi di trasparenza e controllo dei contenuti imposti da Bruxelles. La piattaforma avrebbe rifiutato di piegarsi alle richieste di fornire dati essenziali ai ricercatori e di verificare l’autenticità degli account certificati, un’accusa che sembra più un capriccio autoritario che una preoccupazione reale per gli utenti.
L’UE, con questa mossa, sembra ignorare le possibili ripercussioni sulle già tese relazioni con gli Stati Uniti, ulteriormente aggravate da recenti misure commerciali. Elon Musk, feroce critico della legislazione europea, potrebbe contestare la sanzione in tribunale, e non senza motivo: la DSA consente multe fino al 6% dei ricavi globali di un’azienda, una cifra che puzza di vendetta politica più che di giustizia. È difficile non vedere in questo attacco un tentativo di soffocare una voce scomoda nel panorama digitale, sotto la maschera di una regolamentazione “a tutela dei cittadini”.