Mentre Panieri era occupato ad attaccare l’ex sindaca Manuela Sangiorgi per una sua eventuale candidatura politica a Cervia tramite un testo scritto da qualcun altro, abbiamo scoperto il “valore” che è stato aggiunto con la giunta Panieri al centro storico. Per un bar storico come il Bacchilega, situato in pieno centro della città, sotto l’orologio, c’è stata una sola offerta, e l’unico offerente fa emergere quanto Imola sia ambita nel mondo degli investimenti in questo settore e quanto la giunta di Panieri si è impegnata per trovare potenziali offerenti, a giudicare dalla concorrenza scatenata…
I giornali vicini all’amministrazione hanno presentato ognuno a modo suo questa “svolta”. Il Carlino ha svelato l’origine pakistana dell’unico offerente, mentre il Corriere Romagna ha puntato sull’origine “bolognese” della sua ditta. Con una sola offerta, il sindaco che voleva far correre Imola si è accontentato dell’unico offerente e ha già annunciato una “svolta”. “L’origine dell’offerente, secondo la nostra opinione, non è una problema, per adesso, ma ciò che solleva qualche domanda è il fatto che un privato si sia assunto la responsabilità di eseguire un lavoro che a nostro parere doveva essere compito del Comune. Non dimentichiamoci che per la piscina “Lanzon” si sono fatti in quattro per avere e fare un sottopassaggio con milioni di euro per dare lavoro a quelli della galassia sinistra e ora ci sembra strano che per un bar storico tanto amato dagli imolesi non ci sia stato un tentativo di recupero stile “RestaurOsservanza”.
Come al solito l’unico a prestare attenzione a determinati problemi (non quelli dell’origine) e ad esprimerli pubblicamente è stato il consigliere Simone Carapia, ponendo un’importante interrogativo: “In che modo questa società potrà garantire una fideiussione di 40 mila euro e coprire una spesa di oltre 10 mila euro per adeguarsi a tutti i requisiti richiesti dalla sovraintendenza?”
Probabilmente il pakistano, amministratore unico della ditta bolognese (data atto di nomina 14.09.2022 (cioè neanche un anno fa) secondo una visura camerale, è pieno di risorse economiche. Qualche sito giornalistico (che conta fra i soci anche l’assessore Raffini, quello della “Rambla Imolese”), ha scritto che la sua società è “molto attiva e conosciuta nella provincia”, ammazza in un anno ha fatto quanti altri in dieci. Probabilmente l’offerente non è una “testa di legno”, con questo termine si indica a volte un soggetto che firma in qualità di amministratore ma non prende realmente le decisioni che vengono in realtà adottate da altri (amministratori occulti).
Chi fa da prestanome, il cosiddetto “testa di legno”, secondo la legge italiana, sostituisce in tutto e per tutto, almeno dal punto di vista formale, un’altra persona, il cosiddetto “amministratore di fatto”. La legge consente l’utilizzo del prestanome quando l’intento non è fraudolento. In questo caso, non sappiamo se il cittadino di origine pakistana sia un prestanome, e non conosciamo i suoi intenti, ma resta da vedere se potrà dare una “svolta” al “percorso di rilancio” sbandierato da Panieri e contribuire a rivitalizzare il centro storico ormai morto.