Nel mio intervento di ieri in Commissione Sanità ho parlato di liste di attesa e non di accesso alle prenotazioni ed alle agende delle prestazioni, che sono ben altra cosa.
La gestione delle liste di attesa NON è affatto trasparente poiché le stesse sono gonfiate artificiosamente allo scopo di dirottare i pazienti dalle prestazioni pubbliche a quelle private.
Non rispondendomi nel merito, i professionisti potevano almeno darci i dati della similliberaprofessione.
Si dice sempre che non c’è’ personale medico e che chiudono dei reparti però i medici per la Simil Alp ci sono.
Se poi l’azienda sanitaria volesse saperne di più sulle liste di attesa gonfiate ad hoc, chiedesse informazioni all’ospedale civile vecchio, precisamente al controllo di gestione.
Ma forse l’Ausl lo sa bene, così come sa bene che i primari vengono contattati il 20 di ogni mese.
E’ poi proprio vero che “se si protesta (…) alla fine si ottiene una prenotazione entro i limiti” proprio perché se non ci si fa spaventare dai tempi di attesa “prospettati” (ma non veritieri) e se non si ricorre alle cure a pagamento ma anzi si decide di rimanere in lista, si viene ricontattati SEMPRE (anche qui 3 casi su 3 campioni) perché, guarda caso, si è liberato un posto all’ultimo momento (prenotato ed occupato in un primo momento artificiosamente per allungare le liste).
Questa verifica, come già detto, viene effettuata il 20 di ogni mese perché se l’Ausl non rispetta i tempi previsti dalla Regione (30gg) non riceve poi i rimborsi.
E’ quindi palese l’obbligo (e l’interesse per l’azienda) a rispettare i tempi.
Sul tema delle “badanti” in ospedale, perché se l’Azienda “non può in alcun modo verificare il rapporto di lavoro che intercorre tra un’assistente non sanitaria privata ed un paziente ricoverato o i suoi famigliari”, vengono affissi dei fogli con degli elenchi (1.200 badanti) autorizzati e pubblicizzati dalla direzione generale, elenchi nei quali sono presenti esclusivamente lavoratrici in nero e non in regola (su 60 campioni presi e verificati alla Camera di Commercio, sono risultati in regola 0 zero).
E se esistono delle competenze proprie dell’Azienda per cui essa garantisce o dovrebbe garantire i controlli (cosa che non avviene mai), mi chiedo perché non vengano fatte.
Perché non vengono fatti mettere i cartellini di riconoscimento alle badanti?
Forse proprio perché lavorano in nero e non dovrebbero/potrebbero stare lì?
In risposta al Vicesindaco Visani ed al Capogruppo Pd Tarozzi, li informo che non vi è alcuna necessità che io presenti un esposto sul tema in quanto gli articoli della stampa e le dichiarazioni fatte in Commissione sono già notizie di reato sulle quali mi auguro vogliano intervenire le istituzioni tutte.
I cittadini imolesi vogliono la trasparenza sulle liste di attesa e Simil Alp!
Andrea Zucchini
Capogruppo di INSIEME SI VINCE