L’Italia impiega nell’agricoltura un volume annuo di fertilizzanti pari a 2,5 milioni di tonnellate (fonte SILC), ma solo una percentuale ridotta, quella di origine organica, è reperibile sul mercato nazionale. La restante parte non può essere prodotta internamente perché costituita da sostanze minerali esclusivamente di importazione. Il loro costo, spinto in alto dai rincari dell’energia e della logistica, ha frenato gli importatori italiani aprendo una fase di stallo.
A lanciare l’allarme è Confagricoltura Emilia Romagna insieme ai principali stabilimenti di concimi sul territorio, che non hanno la materia prima indispensabile per preparare il prodotto.
Secondo la Confagricoltura il ritardo è spaventoso e mancano i piani di importazione dei fertilizzanti minerali. L’Italia dipende fortemente dall’estero e questi prodotti non si trovano neanche pagando a caro prezzo: “Mettiamo a rischio le concimazioni programmate per la prossima campagna. Da Russia ed Egitto, ma anche dai paesi dell’Europa dell’Est come pure da Francia e Germania, arriva il 75-80% degli elementi nutritivi alla base dei concimi utilizzati in Emilia-Romagna in particolare l’azoto” ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini.