Abbiamo deciso invece di pubblicare il comunicato del vescovo trombettista, di raccontarvi una storiella. Questa storiella è un parallelo indiano alla storiella della Torre di Babele. Dovete sapere che quando si studia i testi sacri della Bibbia si deve sempre studiare il contesto nel quale nascono ed i loro eventuali paralleli, perché una buona parte della tradizione ebraica è una sorte di “copy/incolla” di altri testi e concetti, inclusi i famosi comandamenti, di cui neanche i seguaci delle tradizioni giudaiche-cristiane tengono più conto, visto che al posto di “Non avrai altro Dio all’infuori di me” (quel comandamento per non crearsi idoli e diventarne schiavi) una buona parte di noi ha creato degli altari a degli Dei non veri , del tipo Dr. Aghi e si sono messi le catene accettando il green “pazz'”.
Per molti occidentali Shiva è una divinità tra le più venerate della mitologia induista, ma noi in questo articolo ci rapportiamo a Shiva come l’aspetto maschile di D-o. Non è per niente strano che in questi tempi di massima decadenza spirituale la mascolinità sia sotto assedio “arcobaleno” e venga considerata “tossica”, dimenticando che quando cerchi di fare gli uomini meno “tossici”, gli uomini non diventano più buoni anzi cessano di essere degli uomini e non riescono più a contrastare la tirannia, come quella imposta dal governo dei “costruttori” guidato dal Dr.Aghi.
Nella storiella indiana i demoni sono dei “costruttori”, che vogliono creare una torre per arrivare a Shiva e distruggerlo. Vedendo la loro follia, Shiva decide di scendere al loro livello e prende la forma di un demone (Asura). Gli Asuras erano una classe di Dei originati dallo stesso principio con i Devas, essendo dotati sia dalla parola vera che di quella falsa, ma mentre i Devas hanno scelto il “vero”, gli Asuras hanno preferito il “falso”. Qui il parallelo con la caduta degli angeli (Isaia 14,12-15) e con il Logos (la Parola) è evidente, visto che il nostro D-o ha creato il mondo dal niente con la parola, invece quello dei “costruttori” e del “governo dei migliori” ha usato il mattone ed il falso, la menzogna, del tipo “se ti vaxxini non muori”.
Tornando alla storiella, Shiva prende un mattone e contribuisce anche lui alla costruzione, poi riprende la sua forma ed aspetta che i folli finiscano la loro torre fatta di mattoni e di tante bugie, come questa, che il greenpass è uno “strumento di libertà”. E’ ovvio per qualsiasi mente lucida che se hai bisogno di un pass per dimostrare che sei libero non lo sei. In questo momento tutti quelli che hanno rifiutato il va**ino si trovano nella condizione di Giobbe, che per salvarsi basterebbe “maledire D-0 e va**inarsi” con un vaxxino fatto con materiale di feti abortiti” e questo è un attacco chiaro a D-o ed alla sua “immagine”, cioè l’uomo (maschio e femmina li creò). Il vaxxino del c*r*navir*s è in grado di alterare il genoma umano, danneggiando così l’immagine di D-o in esso.
Nella storia di Giobbe, D-o permette qualsiasi cosa contro il suo uomo per testare il suo libero arbitro e vedere quale sarà alla fine la sua scelta. I “costruttori” demoni di oggi conoscono questo aspetto essenziale, è stata la battaglia da sempre, uno spartiacque per dire così e non a caso ci ricattano, ma allo stesso tempo ci invitano a dare il “consenso libero e informato” per marchiarci, con un segno di lealtà ed adorazione, che richiede una piena consapevolezza cognitiva e sentita di ciò che stai facendo. Con un microchip sotto la pelle sarebbe stato più facile liberarci, ma con una inoculazione di un prodotto che perverte e stupra la nostra natura divina è più difficile.
L'”Apocalisse di Giovanni” indica un possibile futuro, è una profezia dinamica fatta per essere fallimentare, in senso che la gente sia avvisata ad evitare certe situazioni. Quello numero 666, indica soltanto lo stato spirituale della persona, cioè la sua incompletezza. Ancora, non a caso nella dittatura dei rossi-arcobaleni, grandi sostenitori della inoculazione di massa, nella bandiera che scimmiotta il patto tra D-o è l’umanità, manca l’azzurro, il colore del cielo che nella Bibbia rappresenta la presenza di D-o e la completezza tramite la sua presenza. Quando sentite di qualcuno che ha venduto la sua anima, si sta dicendo in realtà una falsità, l’anima non si può vendere, al massimo si può rinunciare con tutto quello che consegue, al legame con l’anima. In pratica tu stai dando quelle energie che ti permetterebbero di arrivare alla tua anima (al D-o, “regno di cieli” che c’è in te) a qualcuno altro, sempre con il tuo consenso “libero e informato”. Lo strumento che aiuta ad arrivare a D-o è la mente con la quale si devono fare le scelte, danneggiando il corpo danneggi anche quella scelta. L’uso originale del mens sana in copore sano era “orandum est ut sit mens sana in corpore sano”(bisogna pregare affinché ci sia una mente sana in un corpo sano). La gente da tempo ha smesso di pregare, meditare, etc., esattamente come ha smesso di curare la propria e vera immunità, affidandosi a dei farmaci. In greco classico la parola “pharmakos” si presta a tanti utilizzi e sfumature, per esempio un individuo considerato una sorte di “capro espiatorio” veniva chiamato pharmakos (“il maledetto”), uno sventurato che veniva “comprato” e nutrito a spese pubbliche, se avesse vissuto ai tempi di Dr.Aghi, sarebbe stato va**nato gratis. Il sinonimo della parola è il pharmakeus, cioè un avvelenatore. Goethe diceva “quelli che non sperano in un’altra vita sono morti perfino in questa” e noi aggiungiamo morti e avvelanti.
Quando tutto questo avvelenamento tramite ideologie e falsi rimedi finirà, perché alla fine tutto a una fine, D-o farà esattamente come nella storiella indiana, chiederà indietro il suo “mattone” e tutto crollerà, ma attenzione che in quel momento di “grande reset” si compirà anche una certa spartizione e se dal punto di vista umano ti credi di essere dalla “parte giusta della storia” perché “hai fatto il tuo dovere per la comunità”, potrebbe essere (se non sei stato ricattato o ingannato che è per “il tuo bene”) che dal punto di vista divino ti ritroverai esattamente dalla parte opposta.