La prima parte della seduta del Consiglio Comunale virtuale di Imola del 18 marzo 2021 è stata dedicata alla Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime delle mafie.
Non ci fermeremo sull’intervento del sindaco Panieri, tanto non ci sembra che sia abbastanza chiaro per lui il principio di rotazione negli appalti, visto che l’amministrazione comunale e la nuova giunta vanno avanti sempre a colpo di affidamenti diretti. Non ringrazieremo né Panieri, nė l’assessore Gambi per il fatto che, a detta del presidente del Consiglio comunale di Imola, proprio loro si sono fatti promotori per dare risalto a questa ricorrenza. Per chi non ha memoria, ricordiamo che proprio loro due, in qualità di consiglieri comunali del PD, nella seduta del Consiglio comunale del 24 giugno 2015 si sono “astenuti” alla proposta di conferire la cittadinanza onoraria al Giudice Antonino Di Matteo, impegnato nella lotta alla mafia e in particolare nel processo sulla “Trattativa Stato – Mafia”, per il quale ha ricevuto anche minacce di morte. Invece, preferiamo parlarvi del discorso eccezionale del dirigente del commissariato di polizia di Imola, Michele Pascarella, nel quale per caso e per fortuna ci siamo imbattuti, e ci sentiamo obbligati a dare risalto alle sue parole che condividiamo in toto. Il dott. Pascarella è entrato in servizio nel commissariato in via Taddeo della Volpe nel giugno del 2017 in sostituzione di Sergio Culiersi (andato in pensione). I suoi modi sono sempre stati sempre pacati e professionali. Giovedì, in Consiglio comunale, Pascarella ha dato un bellissimo contributo alla seduta, da applausi proprio, visto che proviene da una terra, la Campania, dove per 19 anni è stato in servizio. Ricordando la stagione di Giovanni Falcone ha ricordato una cosa da tenere sempre in mente:
“LA MAFIA, NELLE TERRE DOVE NON SPARA E DOVE NON COMMETTE QUEI REATI ECLATANTI SONO TERRE DOVE FA I SUOI AFFARI. QUANDO SPARA, LA MAFIA DIMOSTRA DEBOLEZZA, QUANDO NON SPARA HA LA SUA FORZA”
Per Pascarella questo è un momento molto delicato e per evitare di incorrere negli errori del passato, le istituzioni devono essere tutte dalla stessa parte: “Falcone e Borsellino muoiono quando sono stati lasciati soli, nella lotta alle organizzazioni criminali la forza dello stato è data dai comportamenti dei singoli che si fanno forza, perché da soli si è deboli e chi ci ha messo impegno in questa lotta sa bene che significa quando si viene lasciati soli”, ha detto il dirigente del commissariato di polizia di Imola, che non ha nascosto di essere preoccupato del fatto che nei nostri territori si possa abbassare l’attenzione pensando che siamo immuni da questi fenomeni.
Una preoccupazione legittima, diremmo noi, da condividere con tutto gli imolesi, perché oltre il problema dei soldi dei pusher che gonfia il portafoglio dei mafiosi, nonostante la “fortuna” dell’associazionismo “sano”, veramente come dice il dottore, su questo territorio “bisogna vigilare”, soprattutto in questo periodo pandemico e non possiamo non essere d’accordo quando afferma che “dove le mafie si radicano si crea una desertificazione industriale, imprenditoriale, la mafia mina le regole elementari della concorrenza, senza concorrenza non c’è benessere”. Visto che condividiamo una per una queste parole, non possiamo, prima di invitarvi ad ascoltare voi stessi le parole del commissario, non chiederci e chiedervi se secondo voi a Imola (dopo che avrete magari consultato anche nell’albo pretorio del Comune di Imola le sezioni “trasparenza” di alcuni siti delle diverse partecipate), del Comune si possa parlare della concorrenza e del benessere? E non avete notato qualche sorta di desertificazione industriale?
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