“Ho letto con un po’ di stupore la proposta lanciata dai Sindaci del Circondario imolese su un pass vaccinale per fare entrare i clienti nei locali, ma faccio notare ai primi cittadini in questione, che l’obiettivo in questo momento dovrebbe essere quello di abbattere l’ospedalizzazione, per arrivare di conseguenza ad un allentamento delle misure di contenimento del virus, riaprendo così tutte le attività economiche”.
I Sindaci del Circondario vogliono il “passaporto vaccinale” sul territorio.
“Innanzitutto sul fronte vaccini, per rispettare il Piano Attuativo Regionale -spiega il leghista- dovremmo iniziare a ragionare su almeno tre punti vaccinali a livello circondariale. Oggi infatti tutto si basa quasi esclusivamente sul punto imolese, mentre ad esempio nella Vallata del Santerno, presso la Casa della Salute di Borgo Tossignano, si effettuano vaccinazioni destinate soltanto a chi è in assistenza domiciliare. Eppure, al di là dello stop precauzionale di AstraZeneca, grazie alla nuova struttura commissariale nazionale e all’approccio totalmente differente del Governo, dovremmo andare verso un’accelerazione. Il nostro territorio dovrà farsi trovare pronto a quell’appuntamento iniziando già da ora a preparare il terreno e a muovere i primi passi. Altro punto fondamentale è capire come utilizzare le dosi che, per possibili rinunce di cittadini spaventati dal caos su AstraZeneca, potrebbero rimanere inutilizzate. Esiste un protocollo per queste casistiche? Non siamo certamente nelle condizioni tali da permetterci di buttare via dosi”.
Ma anche sul fronte delle terapie domiciliari, il Consigliere leghista chiede un cambio di passo alle Istituzioni locali.
LA REGIONE VALUTERA’ REVISIONE DEL PROTOCOLLO PER CURE DOMICILIARI.
“In Regione siamo riusciti a strappare la disponibilità della Giunta Regionale a rivedere i protocolli delle cure domiciliari. Il nostro territorio, con le sue amministrazioni comunali e l’Azienda USL, chiedano rivalutazioni rapide, facendosi forza sulle esperienze maturate nei mesi scorsi con quelle terapie che venivano ritenute molto efficaci dalla stessa Azienda Sanitaria, che hanno poi lasciato il posto alla Tachipirina e alla vigile attesa. Se è vero che l’ospedalizzazione la si abbatte con una buona campagna vaccinale, è altrettanto vero che anche le cure domiciliari potrebbero ridurla fortemente”.
“Sentiamo dire di tutto dai Sindaci del territorio, soprattutto dal primo cittadino di Imola, ma dietro alle loro parole non vediamo una vera e propria strategia. È necessario un confronto sul piano politico al più presto” – conclude Marchetti.