Quando si sente parlare di stalking subito si pensa a un creditore che perseguita la persona da cui deve avere dei soldi o al partner che non ha accettato una relazione sentimentale finita male. Spesso si tratta invece di casi che prendono il via in seguito a intercorsi rapporti di lavoro, e lo stalker può prendere di mira anche un professionista. E’ il caso di una giovane avvocatessa imolese, Carlotta Toschi, nominata difensore d’ufficio in procedimento penale a carico di un soggetto in Corte d’Appello. Avvisato della nomina e dei diritti difensivi, incomprensibilmente, a partire da fine 2020, è stata sottoposta dal cliente a diffamazione e molestie con condotte reiterate nel tempo, perdurate fino a fine gennaio 2021. Va da sé che la vittima dello stalker si è sentita destabilizzata: “Questi comportamenti hanno minato la mia serenità personale e lavorativa e mi hanno indotto a modificare le mie abitudini di vita, poiché hanno ingenerato in me ansia e paura”, racconta.
Per mesi, il cliente l’ha tempestata di pec, messaggi, email, telefonate, sms, inserendo in copia conoscenza anche altri difensori coinvolti nella vicenda come avvocati di altre parti processuali. La corrispondenza conteneva frasi lesive del suo decoro e minaccia di deferimento al Consiglio dell’ordine per “cattiva condotta”.
“Nonostante tutte le pec – prosegue – inizialmente non ho dato particolare peso alle incessanti molestie, fino a che non ho letto in una di queste che il mio cliente era a conoscenza delle marche dei due telefoni cellulari che ho in uso. La cosa mi ha creato ulteriore ansia perché sono certa che non li aveva mai visti. In una delle varie comunicazioni vi erano appunti, scritti da lui a penna, che indicavano come fosse a conoscenza dei tatuaggi di una delle impiegate del mio studio. Io stessa ignoravo la presenza dei tatuaggi poiché l’impiegata in ufficio è solita vestire in modo tale da coprirli: sicuramente il cliente aveva “sbirciato” i suoi profili social”.
Dopo ulteriori comunicazioni di minaccia di deferimento al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, il soggetto ha accusato la professionista di dire bugie, di non aver adempiuto al mandato, di aver trattenuto documenti e di chiedere soldi senza averne diritto. Sempre tempestandola di email e pec (che, nello studio, sono in lettura a tutti coloro che vi lavorano), l’ha accusata di non aver prestato giuramento per diventare avvocato. La professionista ha ricevuto svariate telefonate in cui lo stalker l’aggrediva e urlava, a volte da numero anonimo, altre di scherzo, “automatiche”, con voci registrate. Non pago, ha pubblicato sul social network Facebook la frase “Avvocata, Lei ha degli scheletri nell’armadio”. L’avvocatessa ha dovuto bloccare il cliente sui social e bloccare tutte le utenze telefoniche. Tutto ciò le ha ingenerato notevole apprensione: <Per tutti questi motivi, ho dovuto sporgere querela e attualmente la vicenda è all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Tutti gli avvocati devono essere messi in grado di svolgere tutte le loro funzioni professionali senza intimidazioni, ostacoli, molestie o interferenze – prosegue l’avvocato – . Troppi sono i casi in cui decine di colleghi sono minacciati per essere stati “semplicemente avvocati””.
In corso di pandemia Covid, abbiamo assistito alla degenerazione dei rapporti tra persone: impediti nel poterci relazionare con l’altro, bisognosi di contatto sociale, le modalità di approccio, in molti casi, sono diventate patologiche. “Proprio per questo e per nostra tutela – conclude l”avvocato Carlotta Toschi, – anche come donna e non solo come avvocato, non ho avuto paura a denunciare”.