La politica dovrebbe essere a servizio della gente, dei cittadini, almeno per quanto
riguarda la politica locale.
Le battaglie ideologiche seppur ricche di fondamento appaiono, oggi, lontane da gran
parte dei cittadini, che si aspettano dagli amministratori risposte alle esigenze di tutti i
giorni: mense scolastiche, asili nido, sostegno alle famiglie in difficoltà, sostegno alle
attività del territorio…
Soprattutto in questo periodo segnato da una pandemia che sembra non voler finire e
che si riversa su piccole e medie imprese.
In campagna elettorale spesso i vari candidati nei loro dibattiti erano molto concentrati
sulla città e sulle reali problematiche e ora?!?!?!?
Com’è possibile dimenticare tutto per tornare a parlare di femminismo, foibe, giorno
della memoria. (accadimenti a cui non si vuole mancare di rispetto con la sola
citazione).
Queste rovine di ideologie a noi lontane, atti di una politica che si isola nei palazzi,
che si allontana dalle persone, un passo indietro rispetto a quella rivoluzione post
ideologica che aveva contraddistinto il modo di intendere l’attività politica in questi
anni.
Giovani amministratori schiavi di vecchi metodi e soprattutto lontani dalla gente.
Perché se è importante ricordare da dove veniamo, a volte per non tornarci più, allo
stesso modo è necessario sapere dove si vuole andare, altrimenti si rischia di
rimanere ancorati al passato e si smarrisce l’orizzonte o la direzione.
Sono settimane che le opposizioni sottolineano la difficile situazione che si sta vivendo
a causa dei contagi nel territorio imolese e fino a qualche settimana fa il nostro
Sindaco negava le criticità e rassicurava noi tutti cittadini… È beffa? Non solo la realtà
si è manifestata in maniera diversa da quanto espresso in diverse commissioni sanità,
dobbiamo anche assistere alle discussioni in sede consiliare su argomenti che nulla
hanno a che fare con Imola, gli imolesi e l’emergenza sanitaria.