Nel consiglio comunale del 14 gennaio la mozione del gruppo della Lega per l’inserimento nelle attività didattico/scolastiche della città dei testi di Oriana Fallaci è stata respinta, e questa non è stata una sorpresa.
Oriana Fallaci: “Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l’arsenico nella minestra è contro ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro ragione”.
Abbiamo assistito al rifiuto ideologico dei consiglieri di maggioranza di inserire questi testi che, come diceva la consigliera Serena Bugani, “sono l’emblema della libertà di espressione e di pensiero” e che avrebbero dato una possibilità di crescita ai nostri ragazzi. Alla consigliera Bugani, proponente di questa mozione, sono state contestate, da parte della consigliera PD Lisa Laffi, una “serie di imprecisioni”, anche se non è stato chiaro, come diceva il consigliere Carapia (anche lui promotore di questa mozione), se Laffi parlasse “in qualità di insegnante di scuola o di insegnate del Partito Democratico”, il fatto che i programmi non siano più stilati dal Ministero dell’Istruzione e che “di per sé” il programma scolastico non viene arricchito di molte figure femminili. Il fatto che i programmi non esistano più da anni no è una giustificazione per rifiutare Oriana Fallaci, anche perché ultimamente proprio per questo motivo abbiamo assistito a livello nazionale ad un continuum insinuarsi nelle cattedre di ideologie che arrivano non soltanto a respingere la radice cristiana dell’Europa, il rifiuto dei simboli della cultura europea (croce e presepe), ma anche i valori fondamentali come quello di onorare i genitori come padri e madri. Alla Laffi che dice che non “c’è nessuna preclusione nei confronti di Oriana Fallaci”, possiamo rispondere che non c’è neanche una apertura, da parte soprattutto della sinistra e degli insegnati (spesso ideologizzati), ai testi della giornalista partigiana e anche se la consigliera PD dice che “non è coretto quando si afferma che non si studiano testi di autrice donne”, allora possiamo chiedere all’insegnate (ruolo che Laffi porta avanti da 15 anni) quale pensiero domina tra questi testi? Di sicuro non proprio quello di una donna che ha sempre combattuto contro una religione opprimente proprio verso le donne.
Oriana Fallaci: “Vedrete, l’élite mondialista imporrà l’immigrazione clandestina per far precipitare l’Europa nel medioevo”
Laffi ha detto nel Consiglio Comunale virtuale che “bisogna valutare se i testi di Oriana Fallaci portano a una promozione e a un vantaggio per gli alunni” e qui la “molto educata, splendida, tecnica” consigliera (come l’ha definita Castellari), per noi mostra la sua vera faccia ideologizzata. Dovrà passare tanta acqua sul Santerno, ma forse mai i suoi scritti, tradotti in 11 lingue, e il suo nome usciranno dai confini dell’Italia come nel caso di Oriana Fallacci. E allora perché, vista la cultura della cancellazione che si sviluppa adesso attraverso i social e le librerie online, non si deve preservare la eredità della grande scrittrice almeno attraverso gli insegnamenti scolastici?
C’è tanto da scrivere sulla Fallaci e su tutti quei rifiuti ideologici di fronte all’idea di far leggere e studiare i suoi testi, ma quello che c’è da raccomandare soprattutto ai genitori in una città come Imola, dominata dal pensiero unico agevolato da una giunta non tanto brillante e poco lungimirante, con consiglieri di maggioranza non votati, ma ripescati, di fare attenzione a quello che gli insegnanti nella loro libertà di insegnamento trasmettono ai loro figli.