Il Targa System, ovvero il sistema di controllo targhe, dislocato nel territorio del Circondario Imolese, funziona. Una recente dimostrazione dell’importanza di questa tecnologia a disposizione della Polizia Locale del Circondario e delle forze dell’ordine si è avuta qualche giorno fa, con due episodi che hanno visto la Polizia Locale intervenire per fermare e denunciare persone a bordo di veicoli inseriti nella ‘black list’ contenuta nella banca dati del sistema.
Denunciata una coppia facente parte della ‘banda dei Rolex’ – Nei giorni scorsi, durante il consueto pattugliamento del territorio atto a prevenire i furti nelle abitazioni, una pattuglia della Polizia Locale di Imola riceveva, attraverso il Targa System, la segnalazione della presenza di una vettura utilizzata per commettere reati contro il patrimonio. Immediatamente l’auto della Polizia Locale si metteva alla ricerca della vettura segnalata, che veniva intercettata e fermata in via Amendola all’altezza del Centro Commerciale Leonardo.
A bordo venivano identificati un cittadino ed una cittadina romeni, V.N. classe 1995 e V.P. classe 1996, insieme ad una bambina, che affermavano di essere in visita alla città di Imola, per poi recarsi successivamente a Rimini da parenti.
Insospettiti dal loro atteggiamento e da quanto dichiarato, gli agenti di Polizia Locale approfondivano il controllo scoprendo che entrambi appartenevano ad una banda di specialisti nelle rapine di Rolex e di furti ai danni di anziani con la tecnica cosiddetta “dell’abbraccio”.
Le due persone, sulle quali pendono numerose notifiche di procedimenti penali in corso da tutt’Italia, venivano quindi accompagnati al Comando di Polizia Locale, per essere sottoposti a perquisizione. Nell’auto, occultata sotto al sedile del passeggero, veniva rinvenuta un’arma impropria nell’immediata disponibilità degli occupanti.
Oltre alla denuncia per la detenzione illegale dell’arma, gli stessi sono stati denunciati all’autorità giudiziaria anche per “indebito utilizzo e falsificazione di carte di pagamento”, “furto aggravato” e “rapina aggravata”.
L’auto utilizzata dai due risultava essere di proprietà di una società “prestanome” con più di 130 veicoli, per la quale sono in corso tutt’ora indagini per risalire ai vertici della società stessa.