Riceviamo e pubblichiamo
Alla cortese della
redazione di
TUTTOIMOLA
con preghiera di pubblicazione
vista atipicità e per certi aspetti anche l’ unicità delle ragioni da cui deriva, riteniamo non sia più possibile sottacere a quanto è accaduto. Non è insolito osservare nella storia della Chiesa Cattolica, che la Comunità dei fedeli contesti un proprio vescovo, quando però ad alzare gli scudi sono dei parroci, tutto questo assume un signicato molto più forte. La materia del contendere riguarda la già annunciata decisione da tempo resa pubblica, relativa alla fusione delle diocesi di Imola e Faenza- Modigliana in unica maxidiocesi. Dopo il via libera ricevuto dal Vaticano, si stava procedendo in questa direzione, ma a quanto pare senza il parere consultivo dei parroci, che si sono messi di traverso. Davvero una bella grana. Pare che nel Consiglio Pastorale ci siano stati molti mugugni e al momento tutto sembra congelato. Non avendo elementi forti,che avvalorino e suppotino la decisione della chiusura della nostra diocesi, non ci sentiamo comunque di contestare la decisione del vescovo e del Vaticano, che riscuotono comunque la nostra stima, tuttavia non ci possiamo esimere da alcune considerazioni relative a come viene gestita questa delicata vicenda. Partendo dal dato di fatto, che la Chiesa Cattolica è una organizzazione religiosa organizzata e gestita in modo monocratico e, non democratico, come il nostro Stato: quindi le ultime parole spettano sempre ai vertici, è però altrettanto vero, che è composta dalla comunità dei fedeli (il Popolo di Dio), il quale ha diritto di avere un minimo di informazione e di coinvolgimento, soprattutto quando si prendono decisioni epocali di questa portata. Prima di chiudere una diocesi come la nostra, che ha una storia secolare importante, fra cui annovera anche alcuni papi dell’ importanza di Onorio II e Pio IX, sarebbe opportuno informare e coinvolgere maggiormente la comunità dei fedeli. Che decisioni di questa portata vengano discusse nel segreto del Consiglio Pastorale o dentro qualche Consulta, tenendo all’ oscuro i fedeli, è a nostro avviso alquanto deletereo. Vista la rilevanza del fatto,riteniamo che a questo punto sia giusto e necessario, conoscere pubblicamente le ragioni, che hanno portato una serie di parroci a questa forte presa di posizione