Un bambino è arrivato a chiedersi come cacciare Salvini, cosa che non stupisce con il clima di odio creato dalla sinistra “democratica” e regressiva contro chi la pensa diversamente, ma gli poveretti che lo vogliono “distruggere” si sono mai chiesti come è arrivato Salvini al governo?
Quando Salvini è venuto il 10 novembre 2014 ad Imola, sembrava fosse arrivato il nemico numero uno in città. Il Partito Democratico vinceva le elezioni europee con il 40,81% dei voti dei votanti, ma non come diceva Renzi di tutti italiani. Era l’anno del “decreto Poletti”, decreto legge “Sblocca Italia” e della “riforma” della giustizia che ha portato alla depenalizzazione di un sacco di reati. Era l’anno degli arrivi di immigrati raddoppiati rispetto all’anno prima. Nel 2013 erano stati circa 60mila mentre nel 2014 sono stati circa 124.380 e il trend è continuato per altri 4 anni perché ormai dicevano che l’immigrazione non si può fermare “è strutturale”.
Ecco più o meno in questo contesto nazionale Salvini arriva ad Imola davanti alla cantina sociale Colli Romagnoli dove ha parlato ad una cinquantina di militanti per la campagna elettorale del candidato alla presidenza della Regione Alan Fabbri, che tentava di insediarsi al posto lasciato vuoto da Vasco Errani (PD), toccato dall’inchiesta sui finanziamenti avuti dalla Coop Terremerse del fratello Giovanni. Dopo fa tappa davanti al centro di accoglienza “La Pascola” che ospitava una trentina di migranti del Bangladesh forse scappati dalla guerra…ma la guerra non era in Bangladesh, era sulle colline dei Tre Monti dove il solito gruppetto di “antifascisti” imolesi urlava e si stracciava le vesti contro il “razzista” Salvini che gli cantava “Bella, Ciao”. Bisogna ricordare anche l’attacco dei centri sociali subito da Salvini a Bologna due giorni prima quando l’auto su cui viaggiava era stata danneggiata sempre dagli “antifascisti”.
Dopo 4 anni con una coalizione di centro-destra e rappresentati locali che non sempre gli sono stati di aiuto o gli sono stati vicino, Salvini tira dritto cresce nei sondaggi mentre la sinistra del “governo del fare”crolla .
Ma ad Imola l’odio contro di lui continuava anche se la Lega contava su un misero 1,4%. Il gruppetto degli “antifascisti” continuava la sua battaglia attraverso imbrattamento di muri, banche e bacheche, contestava con striscioni antisionisti la gara di ciclismo più importante del paese che non nulla aveva a che fare né con la politica di Israele, né con i loro deliri “antifascisti”.Durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative ad Imola addirittura appaiano dei manifesti con Salvini impiccato e la scritta “lega stretto” e tutto questo in un periodo in cui oltre 5 milioni di persone vivevano in povertà assoluta e ad Imola la Caritas confermava che non si trattava di immigrati, ma di italiani.
Arrivano le elezioni locali che saranno condizionate dalla politica nazionale e dalla formazione del governo nazionale. Mentre Delrio (nonostante il ponte di Genova scricchiolasse) era venuto a sostenere il loro candidato (che non perdeva occasione per dissociarsi in modo schizofrenico dal fatto che il PD lo aveva nominato ,in barba alle primarie del partito, per la candidatura a sindaco), Salvini non viene ad Imola a sostenere il candidato del centro-destra e non sappiamo se non era venuto per causa dei rappresentanti locali che avevano votato per Gianni Fava alle primarie della Lega…ma comunque anche se non va allo storico ballottaggio, la Lega passa dall’1,4% nel 2013 al 14,9% del 2018.
Sempre per rimanere nel nostro territorio, ecco che arriviamo al bambino di Castel del Rio che si domanda su un quaderno di scuola come cacciare Salvini, perché nessuno gli ha spiegato come è arrivato Salvini a governare e che errori, anzi orrori, ha fatto la sinistra di Renzi ed ecco che qualche poveretto dal alto del suo minuscolo blog autoreferenziale risponde “distruggendolo”. Un poveretto che non ha capito che non poche volte quando vuoi distruggere gli altri perché ti senti forte, chic e intoccabile, rischi di distruggere te stesso e a volte con danni anche per gli altri.
G.B.