Giovedì 27 settembre, durante la seduta pubblica del consiglio comunale, una consigliera dell’opposizione prima di fare la sua dichiarazione di voto ha formulato questa richiesta: “chiedo ai sensi dell’articolo 5, comma 5, di poter chiedere al giornalista qui presente, di non diffondere le mie immagini e la mia voce.”
La richiesta della consigliera non stupisce, visto che è in linea con un regolamento scritto ed approvato dai suoi compagni “democratici” nelle legislature precedenti e che prevede: “Nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali di cui al D.Lgs. 196/2003 e s.m.i., ciascun/a consigliere/a in occasione del proprio intervento ha il diritto di manifestare il proprio dissenso alla ripresa e divulgazione della propria immagine durante le sedute consiliari”.
La presenza di un articolo del genere in un regolamento comunale dice molto su come le passate legislature volevano gestire la trasparenza delle sedute pubbliche dei consigli comunali nella città di Imola. A nostro umile parere erano più preoccupati di tutelare la propria immagine, che di informare la gente su quello che succedeva o non succedeva durante queste sedute. Tuttavia vogliamo ricordare alla consigliera che dopo una campagna elettorale dove ha subito una clamorosa sconfitta della quale lei ed i suoi compagni sono totalmente responsabili, e che con la sua entrata nel consiglio comunale è diventata un personaggio “pubblico”, per cui il normale diritto alla privacy viene attenuato rispetto al diritto di cronaca. Pertanto nessun regolamento comunale può in alcun modo violare le norme costituzionali ed europee, o sostituirsi ad esse, perché anche secondo il Garante della Privacy la legge non permette ai consiglieri e agli amministratori comunali di vietare il sacrosanto diritto di cronaca (art. 21 Costituzione) esercitato da un giornalista nell’esercizio della professione attraverso qualsiasi mezzo di diffusione.
Noi continueremo a riprendere la “sua immagine e la sua voce” durante le sedute pubbliche del consiglio comunale, soprattutto adesso che abbiamo segnalato la suddetta richiesta all’Ordine dei Giornalisti e la segnaleremo anche all’Ordine degli Avvocati, perché la democrazia non è un capriccio di una sola persona, ma è un bene prezioso da tutelare nell’interesse di tutti.
G.B.