“Insulti al professore gay. Così titolano alcuni giornali a fronte della incredibile vicenda occorsa in un istituto superiore di Imola. La vicenda è di per sé odiosa in quanto pone al centro tematiche delicate: i giovani e la loro educazione; gli adulti e il loro modo di essere o apparire. Troviamo inopportuno il riferimento al “professore gay” quale sorta di marchio di fabbrica. E di conseguenza inopportuno appare il tentativo di alcune forze politiche, di evidenziare unicamente le conseguenze del gesto, le “punizioni”, le “iniziative” da intraprendere come una corsa al riparo che servirà solo ad arginare il fenomeno fino al prossimo episodio. Va ribadito che il tema è l’offesa al professore, ma, prima ancora, alla persona. In gioco c’è la dignità della persona mentre esercita il suo ruolo lavorativo di educatore. Non conosciamo appieno la vicenda e non sappiamo come e perché i fatti si siano svolti con quelle peculiari dinamiche. Ad altri spetterà accertarlo. Non ci interessa – come Popolo della Famiglia – sapere se quella persona sia stata offesa in quanto manifestasse certi orientamenti sessuali, avesse un certo colore di pelle ovvero professasse un certo credo, ovvero presentasse una qualche disabilità. Al centro c’è sempre e solo la persona e la sua dignità. Ogni tentativo di strizzare l’occhiolino mediatico a vicende come questa facendone un vessillo per certe battaglie socio – ideologico – culturali, e peggio ancora politiche, rappresenta una non meno bieca offesa alla dignità di quella persona. Come dire: io politico, io giornale, ti cito e cito il tuo caso, e quindi mi interessi e ti elevo sul piedistallo mediatico in quanto sei gay e ti hanno offeso. Fino a che i giovani per primi, per il tramite di Chi guardano (gli adulti, ma anche la stampa, i politici, i social-media) non verranno instradati e guidati a confrontarsi veramente con i propri desideri, con la riscoperta del proprio io, con un concetto di dignità che voli davvero alto, sarà impossibile arginare ogni devianza che, purtroppo, è il contraltare di un io non educato al vero e al bello”.
Popolo della Famiglia Imola