(Dozza, 13 settembre 2017) – Un’atmosfera da Muro Dipinto by Night attende la Biennale per la serata di domani, quando i sei artisti protagonisti di questa XXVI edizione saranno chiamati a dipingere sotto il cielo stellato, con l’ausilio di luci posizionate ad hoc.
Le strade e i locali di Dozza faranno da sfondo scenografico a questa iniziativa, che prende il nome di“Luce ai muri”: a partire dal tramonto e comunque entro l’ora di cena, i ristoranti ed altri esercizi saranno allestiti al lume di candela, per accompagnare il lavoro notturno dei pittori.
L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con Progetto Luce Srl di Toscanella, azienda di illuminazione per interni e per esterni.
A rendere ancora più calda l’atmosfera nel borgo sarà l’intrattenimento musicale delCiabòt Duo, con il suo sound swing e blues, composto da Fabio Mazzini alla chitarra e da Irene Rugiero alla voce. Anche le musiche di Riccardo Ferrini & Erika Elisei allieteranno la serata. Per l’occasione, inoltre, la Rocca di Dozza, complesso simbolo della città trasformato nei secoli da fortificazione medievale a residenza nobiliare per volontà di Caterina Sforza, resterà eccezionalmente aperta fino alle ore 22.
La serata assumerà tinte profonde e sotterranee con le visite guidate allaCantina Bassi, dalle 19:30 alle 21:30 in vicolo Campeggi. Una bella cantina vecchio stile collocata sotto al voltone della cinta muraria, con pareti che dal 1989 hanno fatto da tela a numerosi pittori. Mario Bassi, con la sua eccentrica personalità, apriva sovente le porte della cantina ad amici e conoscenti per invitarli a bere un bicchiere di vino in compagnia. Finché un gruppo di pittori intenti a sorseggiare decisero di dipingere su una parete l’immagine di un Bacco. Per i dieci anni successivi, i muri del locale continuarono a riempirsi di pitture.
Ma la cantina è anche uno scrigno di utensili e di oggetti capaci di svelare il tempo che fu. Insieme ai dipinti murali di autori quali Amadori e Carpani, la famiglia Bassi ha deciso di raccogliere in questo luogo attrezzature da cucina e oggetti di vita quotidiana ormai desueti. «Al di là del semplice aspetto artistico – afferma l’attuale proprietario,Riccardo Bassi – la cantina rappresenta il desiderio di trasmettere tradizioni perdute, la voglia di dare una storicità alle cose, di spiegare, specialmente alle nuove generazioni, l’utilità di oggetti che fino a qualche decennio fa erano di uso comune e che oggi, invece, non servono più: dalla grema(dora), ossia l’impastatrice, alla macchina per stringere i ciccioli, dalla tappatrice al flit contro gli insetti, sono tutti strumenti che raccontano ciò che eravamo».
Da qualche anno la Cantina Bassi è il fiore all’occhiello della Biennale e viene aperta anche in occasione di altri eventi annuali. Il proprietario vi ha aggiunto i suoi quaderni e libri scolastici: un modo per offrire al pubblico un ulteriore spaccato degli anni Sessanta, visti con lo sguardo di un bambino.