Si è svolta questa mattina nel parco pubblico “Vittime dell’11 Settembre” (Via Zambianchi) la cerimonia di commemorazione delle vittime dell’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre del 2001. Dopo gli interventi di Roberto Visani, Vicesindaco del Comune di Imola, di Mohamed Sabir, presidente della Casa della Cultura Islamica di Imola, e di don Andrea Querzé, Vicario della Diocesi di Imola, è stata deposta una corona alla lapide che ricorda le vittime.
Alla cerimonia hanno preso parte, fra gli altri, anche l’on. Daniele Montroni, i consiglieri regionali Francesca Marchetti e Daniele Marchetti, i vertici delle forze dell’ordine e rappresentati delle associazioni d’arma, di Avis e di Aido.
Nel portare il saluto a nome dell’Amministrazione comunale, il vice sindaco Roberto Visani ha sottolineato “con questa cerimonia semplice e solenne al tempo stesso vogliamo rinnovare il ricordo, per non dimenticare le vittime di quell’attentato, dal quale sono poi partiti tutta una serie di atti terroristici”. Visani ha poi parlato della necessità di avere “fiducia e speranza nel futuro”, aggiungendo “dobbiamo ripartire dalla scuola, una scuola che accoglie i figli di tutti, se vogliamo costruire un futuro di fiducia e speranza. Una scuola che insegni diritti e doveri. Perché libertà e responsabilità devono viaggiare insieme se vogliamo garantire pace e futuro alle nostre comunità”. “Da questa giornata emerge la prospettiva del lavoro insieme che dobbiamo e vogliamo fare, per sconfiggere il terrorismo, attraverso la responsabilità ed il dialogo” ha concluso Visani. E’ poi seguito l’intervento di Mohamed Sabir, presidente della Casa della Cultura Islamica di Imola.
Da parte sua don Andrea Querzé, Vicario della Diocesi di Imola, ha evidenziato l’importanza di tre parole: verità, giustizia e speranza. “Si vince con la forza della speranza – ha detto don Andrea Querzè – e vogliamo costruire qualcosa di più vero e di più giusto rispetto a quanto abbiamo trovato”. “Tutte le vittime, di questo come degli attentati successivi, sono da ricordare e affidare alla misericordia di Dio” ha concluso Don Querzé.