L'assessore Davide Tronconi
Ieri pomeriggio la giunta comunale ha approvato la delibera con la quale il Comune fa ricorso al Tar dell’Emilia Romagna contro la deliberazione del Consiglio d’Ambito dell’Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti (ATERSIR) n. 29 del 24 marzo 2017, al fine di dirimere la costruzione dei PEF (Piani Economici Finanziari) e pertanto l’ammontare della Tari, relativi agli anni che vanno dal 2013 (primo anno della Tari) fino al 2016 compreso.
La suddetta delibera ha per oggetto“Servizio Gestione Rifiuti – Approvazione del Piano economico-finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani per l’anno 2017 del Comune di Imola ai sensi dell’art. 7 comma 5 lett. b) e c) L.R. 23/2011”.
Nel suo ricorso al Tar contro Atersir, il Comune chiede “la riforma e/o l’annullamento” della delibera e di ogni atto presupposto e/o consequenziale che risulti in connessione con la delibera stessa e “di esercitare ogni possibile connessa azione e attività volta a impedire il pagamento di somme non dovute dal Comune di Imola – ivi espressamente comprese quelle indicate alla voce “postergazioni” – nonché volta a ottenere la restituzioni delle maggiori somme corrisposte in eccesso dal Comune e dai suoi cittadini in relazione alle annualità 2013, 2014, 2015 e (in quanto risulterà dal rendiconto) 2016, per difendere le ragioni e gli interessi del Comune di Imola e dei propri cittadini che coprono i costi del servizio tramite la TARI, ritenendo di dover pagare per il servizio ricevuto”.
“La contestazione riguarda in particolare modo il disallineamento tra i costi indicati nel Pef ed i rendiconti ricevuti” spiega l’assessore all’Ambiente Davide Tronconi.
“Dalle relazioni delle rendicontazioni inviate da ATERSIR per gli anni 2013, 2014, 2015 (per il 2016 non è ancora pervenuto il rendiconto), si sono evidenziate maggiori somme corrisposte dal Comune di Imola ad Hera rispetto ai costi effettivamente sostenuti per il servizio reso sul territorio comunale e rendicontati dal gestore (HERA s.p.a.), come risulta dalla differenza dei costi del PEF approvato da ATERSIR rispetto a quanto accertato in sede di rendiconto” è spiegato nella delibera con la quale il Comune ha deciso il ricorso al Tar.
“Tale disallineamento, ovvero la differenza tra i costi indicati nel PEF ed il rendiconto finale secondo le tabelle predisposte dal gestore e trasmesse da ATERSIR al Comune, si concreta in un maggior costo che ha gravato sulla TARI, di €. 448.315,94 per l’anno 2013; di €. 358.941,53 per l’anno 2014; di €. 350.206,99 per l’anno 2015 per un totale complessivo di €. 1.157.464,46” è riportato in delibera.
Il ricorso è un atto dovuto, a tutela dei nostri cittadini, che è giusto che paghino per il servizio di gestione dei rifiuti urbani nella misura dei costi realmente sostenuti da Hera.