Contro la zanzara tigre facciamoci in 4. Un appello che, con i primi caldi, diventa importantissimo raccogliere per tutti i cittadini. Le parole d’ordine sono evitare i ristagni d’acqua (ne basta pochissima per fare schiudere le uova della zanzara); utilizzare con la dovuta periodicità i prodotti larvicidi laddove non si possono eliminare.
Ricordiamo che solo la lotta antilarvale consente di eliminare in breve tempo un grande numero di “potenziali” zanzare adulte, agendo solo nelle tombinature ed impiegando quantità modeste di specifici prodotti, con un impatto ambientale minore rispetto a quello che accompagna la lotta contro gli insetti adulti. E se i Comuni fanno già la propria parte disinfestando dalle larve gli spazi pubblici, ricordiamoci che sono poi i cittadini proprietari dell’80% del territorio privato e quindi dell’80% dei luoghi in cui può proliferare la zanzara. Una responsabilità da non dimenticare!!!
“Per eseguire una corretta disinfestazione antilarvale – spiega Massimo Gaiani, tecnico della prevenzione del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl – è necessario esaminare con attenzione l’area oggetto dell’intervento, registrando la presenza di tutti i luoghi di ristagno dell’acqua, ovvero i potenziali focolai di sviluppo larvale sui quali poi procedere alla distribuzione dei prodotti”.
Quest’anno sono 3 le tipologie dei prodotti utilizzabili distinte sulla base del meccanismo d’azione attive. La prima è una novità il cui nome commerciale è AQUATAIN. Trattasi di un prodotto liquido che si diffonde sulla superficie dell’acqua formando un film molto sottile che uccide le larve di zanzara tramite un principio meccanico anziché chimico. Le larve infatti sono impossibilitate a respirare e muoiono per soffocamento…
La seconda tipologia, in commercio già da alcuni anni sotto forma di compresse solubili, ha una bassissima tossicità e un minor impatto ambientale, in quanto contiene formulati microbiologici attivi sulle larve di zanzara, a base di Bacillus thuringiensis israliensis. Deve essere utilizzata dai cittadini ogni 7/10 giorni e comunque dopo ogni pioggia, in tutti i tombini e nei luoghi di raccolta di acqua stagnante” . La terza opzione, di tipo chimico, è costituita da prodotti che contengono diversi principi attivi quali: Pyriproxyfen, Methoprene e diflubenzuron. Questi prodotti agiscono inibendo la formazione della cheratina e impedendo così la formazione dello scheletro esterno dell’insetto adulto. Questi prodotti restano attivi circa 21/30 giorni e sono consigliati per trattamenti di numeri elevati di pozzetti stradali, ad esempio quelli presenti in aree artigianali ed industriali per le quali è complesso garantire una cadenza settimanale del trattamento o per i pozzetti privati prima di lunghi periodi di assenza (ad esempio prima di andare in ferie). In questo ambito si consiglia (dove possibile) di cambiare periodicamente il principio attivo utilizzato.
Tutti i prodotti elencati sono disponibili in commercio nelle farmacie , nelle parafarmacie e in altri punti vendita autorizzati; i prodotti sono irritanti per l’uomo e vanno usati solo da adulti e con le attenzioni descritte nelle confezioni.
Fin da subito, quindi, i cittadini del Circondario troveranno sui banchi di vendita del farmacista (che potrà dare un prezioso consiglio di impiego e corretta conservazione, contenute anche nell’etichetta nel foglio illustrativo della confezione) i prodotti proposti, che rappresentano ottimi strumenti per la moderna lotta alla zanzara, che si basa sempre più sulla corretta esecuzione di specifici interventi contro gli stadi larvali della zanzara.
L’Azienda Usl, da parte sua, sta già avviando i controlli partendo da alcune attività quali gestori di pneumatici usati, gli orto florovivaisti ed i cantieri edili.
Gli spazi privati più a rischio di accumuli di acqua stagnante gestiti dai privati cittadini, saranno oggetto di specifiche verifiche in collaborazione con i Comuni che, oltre al Servizio di disinfestazione nelle aree pubbliche, collaborano al programma di monitoraggio regionale.
Si ricorda, infine, che il mancato rispetto delle ordinanze comunali prevede, dopo la diffida, una sanzione amministrativa.