Lettera aperta
Imola, 23 febbraio 2017
Ai consiglieri presidenti dei gruppi:
PD, FV, Imola Migliore e SEL, M5S, FI e ISV
Salvo eventi al momento non pronosticabili, oggi non interverrò nella discussione e nel successivo voto sulla mozione di sfiducia che mi riguarda.
Per questo vi trasmetto di seguito alcune osservazioni che mi auguro utili quantomeno a stabilire un livello di conoscenza sufficientemente oggettivo e possibilmente scevro da pregiudizi.
Nota sulla odierna mozione di sfiducia
Il consiglio comunale sta per discutere e votare una mozione di sfiducia presentata delle opposizioni (FI, ISV, e M5S) per chiedere le mie dimissioni da Vicepresidente. Mi auguro sia l’ultimo atto della farsa che mio malgrado mi vede attore protagonista.
Quali i motivi? Difficile trovarne di credibili.
Il primo. Il mio presunto non corretto comportamento istituzionale, accusa senza il benché minimo straccio di prova dato che ho sempre mantenuto un comportamento rispettoso ed al tempo stesso vigile verso l’istituzione e le sue azioni.
Il secondo. Avere dato vita ad una associazione culturale commettendo l’illecito (secondo chi mi accusa) di averlo fatto con un amico, reo di essere consigliere comunale di maggioranza, sorvolando sul fatto che questa è amicizia assai datata ed appartenente alla nostra comune storia ecclesiale.
Fare preventiva dietrologia politica immaginando un futuro sostegno elettorale alla futura maggioranza amministrativa (e quale sarà?) è esercizio del tutto fuori dalla realtà dell’oggi.
Appare assai strumentale poi, che questa associazione culturale (Tommaso Moro) sia stata la scintilla di tanto livore politico quando nessuna analoga reazione ci fu alle ultime elezioni regionali: Linguerri e la sua gente in modo palese votarono compatti per NCD con preferenza alla sig.ra Castaldini. E nessuna ipotesi di sfiducia sollecitò la successiva nascita del comitato per il “SI” al referendum costituzionale che ci vide ancora fianco a fianco, con tutta l’opposizione (M5S,ISV, FI) allineata su posizione opposta.
Ecco il punto: la sfiducia!
Rammento, agli smemorati, quelli che oggi intendono togliermi la fiducia, che il 10 giugno 2013 fui eletto vicepresidente dopo un preciso accordo politico del consiglio comunale che prevedeva Lanzon presidente ed il sottoscritto suo vice. L’esito della votazione mi assegnò 18 voti sui 24 consiglieri presenti in aula. Ne mancarono sei, cinque dei quali del M5S che con onestà dichiararono apertamente in aula che si sarebbero astenuti (quindi niente fiducia a Mirri), ed il sesto quello di Zucchini (ISV) dal quale ho avuto personale conferma della sua astensione (cioè, niente fiducia a Mirri) posizione questa anche deducibile dalla delibera del consiglio n. 73 del 10/06/2013. Dunque, l’opposizione che oggi anela togliermi la fiducia, una qualche riflessione sulla sua coerenza dovrebbe farla.
Terzo ed ultimo. La polemica con Formula Imola. La mia colpa? Quella di avere limitato il mio intervento istituzionale alla sola verifica (puntualmente fatta) che ai consiglieri fosse garantito l’ottenimento dei documenti richiesti (contratto tra Formula Imola e Barleys Art). Altro errore? Non avere preso parte alla sceneggiata del 19 gennaio scorso (della quale non ero stato preavvertito) con cartelli, bavagli e polsi legati. Ed infine non avere difeso il comportamento di chi ha consegnato alla stampa il contratto integrale di Formula Imola con Barelys Art senza averne valutato tutte le conseguenze. Non è compito del vicepresidente difendere comportamenti che riguardano la sola e totale responsabilità di chi li compie.
Ciò nonostante ho consegnato il 23 gennaio al Presidente di Formula Imola (la cui puntuale risposta pervenutami il 18 u.s. vi allego) una lettera di ferma condanna della intimidazione annunciata da Formula Imola nei confronti dell’allora ignoto (si fa per dire) consigliere comunale.
La fiducia la si toglie se prima la si è concessa. Elementare no? Aspetto quindi che questa con motivazioni convincenti mi venga tolta da chi a suo tempo me l’ha concessa (PD, FV, Imola Migliore-SEL e FI) pronto a trarne le dovute immediate conseguenze.
E se qualcuno vuole soddisfare la sua legittima aspirazione di sedersi sulla mia sedia o su quella di altro presidente di commissione (tanto per essere chiari), abbia almeno il coraggio di dichiararlo apertamente senza ricorrere alla vigliaccheria di una inconsistente mozione.