Se vi state chiedendo cosa sono quelle grosse matasse bianche sul pino davanti a casa ecco la risposta… si tratta del nido della Processionaria. La Traumatocampa pytocampa, meglio conosciuta con il nome di “Processionaria” del pino, è una farfalla: i suoi bruchi, di colore bruno-arancione, danneggiano in maniera evidente le conifere, nutrendosi dei loro aghi, e possono scatenare a persone ed animali reazioni allergiche a causa dei micropeli urticanti che presentano sul dorso. L’insetto, si presenta come una larva lunga da 1 cm fino a 3 cm e mezzo, è dotato di numerosi peli irritanti utilizzati come tecnica di difesa.
In questo periodo sono visibili i nidi e fra qualche settimana le larve mature abbandoneranno la pianta ospite e in fila indiana dirigendosi in processione verso un luogo adatto in cui interrarsi. In questo periodo è necessario che chi frequenta aree verdi controlli che siano libere dal fastidiosissimo insetto e, soprattutto, è bene evitare di fermarsi nei pressi di piante sempreverdi che presentano sulla chioma i nidi della processionaria, una matassa di fili di colore bianco visibile ad occhio nudo. E’ infatti necessario evitare in qualsiasi modo il contatto, soprattutto per i bambini e per gli animali domestici, per questi ultimi l’inalazione o l’ingestione dell’insetto può persino essere letale.
Nell’uomo, la dermatite è la forma più frequente di reazione. In questi casi è utile intervenire con ghiaccio, con un antistaminico o con l’applicazione di creme a base di sostanze antistaminiche e/o cortisoniche.
In queste settimane l’UOC di Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Imola ha effettuato controlli su alcune aree verdi pubbliche e private. Quando si rileva la presenza della Processionaria la zona viene recintata e interdetta dagli enti comunali preposti.
Nelle aree private è invece il proprietario che attua la verifica e se necessario, tramite ditte specializzate, opera la bonifica delle piante infestate.
Per la lotta alla processionaria occorre intervenire in diversi momenti dell’anno: in pieno inverno, laddove tecnicamente possibile, tagliando e bruciando i nidi larvali, adottando cautela e adeguate misure protettive personali. Poiché il taglio non abbatte completamente l’infestazione, a fine estate, verso la metà di settembre, bisogna effettuare ripetuti trattamenti alla chioma degli alberi con preparati microbiologici. Mezzi complementari di contrasto sono costituiti, inoltre, dalle trappole a feromoni sessuali per la cattura dei maschi adulti. Si ribadisce che queste attività devono essere effettuate da personale competente: non può essere affidata al fai da te.