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MARCHETTI: “IL VALORE DI RESTART NEL QUARTIERE MARCONI VA BEN OLTRE L’ASPETTO ARTISTICO”

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Chiunque vi abbia partecipato alla IV edizione del RestART Urban Festival, al quartiere Marconi ha avuto la possibilità di riconoscere che il valore dell’iniziativa va ben oltre l’aspetto artistico, che pure è al centro di questa rassegna di arte urbana.
Perché la manifestazione, organizzata dall’Associazione Noi Giovani e sostenuta dall’Amministrazione Comunale di Imola, è stata l’approdo di un percorso durato oltre 8 mesi, che ha saputo fare rete e coinvolgere associazioni, la parrocchia, il centro sociale, la scuola, i residenti nei vari condomini, Acer, realtà sportive, diversi uffici comunali.

Si è sperimentato un modo diverso e nuovo di fare le cose, partendo dal costruire una rete ed una qualità delle relazione umane che non finiscono con lo smontaggio delle impalcature e dei ponteggi. RestArt è l’avvio di una relazione costruita fra diversi soggetti e differenti generazioni; è l’idea di vivere insieme un progetto, che ha visto circa 150 ragazzi e ragazze portarlo avanti e farlo crescere in mesi di lavoro e durante la quattro giorni. Facendo sì che tutta la città abbia potuto vivere quest’area, che fino ad oggi era partecipata solo dai residenti e questo clima diffuso di partecipazione.

Proprio il valore della partecipazione che ha coinvolto tutti i soggetti attivi in quel quartiere è la parte più importante del progetto, che non si limita alle sole facciate dipinte. Ecco perché l’operazione portata avanti al quartiere Marconi con RestArt va oltre il significato e il valore artistico ed estetico degli interventi, sui quali il giudizio può essere diverso, per gusto, cultura, ecc.

E’ stato un evento differente da quanto fatto nel sottopasso della stazione ferroviaria. Lì si è voluto trasformare un non luogo in un luogo, qui c’era bisogno innanzitutto di costruire una relazione con le persone che abitano il luogo, con le associazioni e le realtà che lo vivono e ne costituiscono il tessuto sociale. Non a caso l’iniziativa è stata in grado di richiamare migliaia di persone in un clima che ha contribuito a cambiare le relazioni fra le persone, oltre che l’aspetto visivo dei palazzi.
Perché dietro le facciate dipinte c’è, appunto, un vissuto fatto di otto mesi intensi, carichi di incontri, confronti, relazioni sfociati nella quattro giorni appena conclusa, che siamo convinti saprà far continuare a vivere quel patrimonio di convivenza sociale, dando un sapore nuovo all’abitare e vivere quell’area. E, più in generale, all’intera città.

A dimostrazione che si può vivere diversamente, in modo propositivo, il legame sociale con il proprio quartiere, con la propria città. Quello che serve è dare continuità a questo modo di lavorare, rafforzando la capacità di relazionarsi al territorio ed alle persone che lo vivono. Costruendo insieme a chi in quelle case e in quel quartiere ci abita e ci vive ogni giorno.

Elisabetta Marchetti
Assessore alla Cultura e Promozione della Città