Agli annunci e alle interviste-fiume di Daniele Manca siamo abituati da tempo. E i contenuti non potevano essere diversi, visto che Manca ha avuto il compito di chiudere la “molto ridimensionata” festa dell’Unità. Ma qualche precisazione bisogna pur farla.
La promessa del referendum sulla Città metropolitana che ancora il sindaco usa come “spot elettorale” per esempio: perché di spot si tratta. Dopo aver costretto il Comitato a ricorrere al tribunale, ora il sindaco vorrebbe farci credere che vuole consultare i cittadini? La consultazione andava fatta a monte, perché senza Imola la Città metropolitana nemmeno sarebbe nata.
Un impianto istituzionale che abbiamo contestato fin dall’inizio. Se con le vecchie province avevamo almeno la garanzia di una sorta di “imparzialità” con un presidente eletto dai cittadini, come si può pensare, con l’attuale assetto, che Merola sia imparziale e non tiri l’acqua al suo mulino bolognese? Imola avrebbe dovuto far sentire da subito la propria voce.
Per non parlare della solita “solfa” dell’Autodromo tornato in attivo. Con i soldi del ConAmi, ossia dei cittadini, sono bravi tutti a far quadrare i conti. E quante volte abbiamo sentito di mega progetti per rilanciare l’Osservanza, la cui società è servita solo a creare poltrone su misura? Per non parlare del progetto della bretella che periodicamente viene ritirato fuori. Trenta milioni per due chilometri e mezzo di strada (che termina contro un muro), ossia 12mila euro ogni metro. Insomma, siamo di fronte alle promesse mancate di Manca… ancora una volta.
Simone Carapia, capogruppo FI Imola