Imola, 11 dicembre 2025 – Una ventina di ospiti delle Case Residenza per Anziani “Baroncini”, “Cassiano Tozzoli”, della CRA di Medicina e dei Centri Diurni gestiti da ASP Nuovo Circondario Imolese hanno vissuto questa mattina un’esperienza fuori dall’ordinario: un giro in pista all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari a bordo dei pulmini delle strutture. L’iniziativa, curata dagli assessorati al Welfare e all’Autodromo con la collaborazione di Formula Imola, è stata presentata come la risposta a un desiderio espresso dagli stessi ospiti, quello di sentirsi ancora parte attiva della città e di “aprire” le CRA alla comunità.
Sulla carta, nulla da obiettare: l’idea funziona, le emozioni sono reali e il valore simbolico è forte. Tra i partecipanti c’erano anche due ex dipendenti dell’Autodromo che nel 1994 prestarono soccorso ad Ayrton Senna, un dettaglio che aggiunge un filo di memoria a una mattinata già carica di significato, però l’impressione positiva si scontra con il contesto in cui l’iniziativa è stata confezionata. Vi ricordiamo ch mancano quattro o cinque mesi alle elezioni comunali della primavera 2026, e il sindaco Marco Panieri è già stato confermato all’unanimità dal PD come candidato per il secondo mandato. È lui ad accompagnare gli anziani lungo il percorso, insieme ad altre due potenziale candidate alla prossime elezioni Daniela Spadoni (Welfare) e Elena Penazzi (Autodromo), è sempre lui che appare in tutte le foto diffuse ai media e sempre lui a chiudere il comunicato stampa redatto dall’ufficio stampa del Comune, non dall’ASP – con una dichiarazione che suona più da comizio che da nota istituzionale: “una città è veramente comunità quando continua ad includere… Imola è ciò che è grazie anche al cammino che hanno fatto prima di noi”.
Un messaggio condivisibile, ma che nel tono e nella tempistica solleva più di una riflessione, soprattutto perché non si tratta di un episodio isolato. In un periodo pre-elettorale, uscite di questo tipo, anche quelle amplificate attraverso i canali istituzionali e la stampa possono contribuire, agli occhi di molti, a definire o rafforzare una certa “narrazione” politica.
Da settimane è che il sindaco moltiplica la presenza in eventi molto fotografati, quasi sempre a fianco di categorie simboliche: bambini, disabili, volontari, imprese. Ogni volta tornano gli stessi slogan: “città inclusiva”, “Imola che corre”, “grazie a chi l’ha costruita” appaiono a molti come il trailer della campagna elettorale imminente. Tutto legittimo, ci mancherebbe. È normale che un sindaco uscente voglia mostrarsi, ma il punto è un altro: quando l’evento coinvolge persone fragili, coinvolge strutture e risorse pubbliche e si conclude con un messaggio perfettamente sovrapponibile a una brochure politica, diventa naturale per alcuni chiedersi dove finisca l’attività amministrativa e dove inizi la propaganda? È una domanda che non toglie nulla alla bellezza di vedere gli anziani sfrecciare sul circuito, ma che inevitabilmente riporta alla memoria un altro momento delicato. Cinque anni fa, durante il focolaio Covid alla CRA Venturini di Imola in cui alcuni ospiti persero la vita in poche settimane la visita istituzionale del sindaco Panieri, con delega alla Salute, arrivò solo quando la situazione era ormai rientrata. Una tempistica che allora sollevò più di un interrogativo e che, nel clima pre-elettorale di oggi, torna spontaneamente alla mente, perché certe foto noi non le dimenticheremo mai. E poi ci sono quelle che, soprattutto in campagna elettorale, assumono un significato tutto particolare. Ma a proposito, Panieri ha mai risposto all’email della dottoressa Di Lella sull’allarme promiscuità e sulle carenze alla CRA Venturini? Secondo quanto lei stessa ha raccontato alla stampa locale in quel periodo, non ci sarebbe stata risposta: “Ho scritto all’Ausl e al sindaco Marco Panieri, ma nessuno mi ha risposto”. Un silenzio che, in quel dicembre 2020 di caos e lutti, (dopo che qualcuno in Regione ha deciso di chiudere con le cure domiciliare …vedi qui) ha alimentato dubbi e interrogativi sul tempestivo intervento delle istituzioni, e che oggi, con le telecamere puntate sugli anziani in pista, riecheggia come un monito sul valore di rispondere a certe chiamate di aiuto, prima ancora che per certe foto.
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