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L’UE non eletta vuole controllare il web: Musk dice basta

L’UE è tornata a imporre le sue follie sul web globale, ma questa volta lo scontro è frontale. Elon Musk l’aveva detto da anni: il Digital Services Act non è una legge per “proteggere gli utenti”, ma un’arma politica progettata per controllare il discorso pubblico mondiale. Il fondatore dell’IBC Group, la voce tra le più ascoltate su X, ha scritto ciò che Musk ripete da mesi: l’Unione Europea non si limita a regolare ciò che accade nei propri confini, ma pretende che il resto del mondo si pieghi al suo apparato burocratico.

Un apparato che non risponde a nessuno, non è stato votato da nessuno e continua a imporre la sua dottrina del “discorso corretto” come se fosse una verità universale. Nel suo post, definisce il DSA “distopico”, governato da “burocrati non eletti” che possono costringere qualsiasi piattaforma globale a rimuovere contenuti legali nei rispettivi paesi. Una censura a distanza, senza limiti territoriali. Musk avrebbe potuto scriverlo lui stesso. X è appena stata colpita da una multa europea da 120 milioni di euro, la prima sotto il DSA. Una cifra che Musk considera un avvertimento politico, un modo per ricordare alle piattaforme chi comanda in Europa. Per mesi Musk ha denunciato Bruxelles come un apparato che soffoca l’innovazione, strangola il dibattito pubblico e usa la parola “sicurezza” per giustificare interventi sempre più invasivi. Il DSA, nel suo racconto, non è altro che un tentativo di imporre un’unica visione ideologica a scala globale.

Nawfal parla apertamente di “autoritarismo transfrontaliero”, di un’UE che usa la propria legge per dettare cosa può o non può essere detto da un utente in un altro continente. Nel suo post cita esempi, riporta l’avvertimento dell’Alliance Defending Freedom, definisce il DSA un “Ministero della Verità esportato worldwide”. Il riferimento a Orwell non è casuale, il messaggio è chiaro. Musk lo rilancia implicitamente ogni volta che parla di libertà di parola. Nessuno ha votato per un’autorità che decide quali contenuti devono essere rimossi in America, in Asia o in Africa. Nessuno ha scelto Bruxelles come arbitro dell’intero discorso online globale. Il punto centrale è semplice: chi controlla il flusso delle informazioni controlla la società. Musk lo sa. Nawfal lo ha detto con una chiarezza brutale.

E’ l’UE, con il suo DSA, sta tentando di censurare la parola. Questo scontro non riguarda più solo una piattaforma o una multa, riguarda tutto noi e il futuro del web. Per la prima volta, la narrativa ufficiale europea è messa in discussione da milioni di utenti in tempo reale, perché alla fine, la domanda è semplice: chi deciderà che cosa possiamo dire online? I cittadini? Le piattaforme? O una burocrazia sovranazionale che nessuno ha mai eletto?