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Fine della raccomandazione per il vaccino Epatite B per i bambini in USA. Borghi (Lega): «Togliere l’obbligo anche in Italia»

Roma, 6 dicembre 2025 – «In Italia dobbiamo togliere l’obbligatorietà del vaccino anti-epatite B per i bambini». Con questo messaggio, pubblicato ieri su X, il senatore della Lega Claudio Borghi ha riacceso un tema che nel dibattito politico italiano torna con ciclica regolarità. Lo spunto arriva dagli Stati Uniti, dove il 5 dicembre l’Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP) del CDC ha cambiato linea: fine della raccomandazione universale alla nascita per i neonati considerati a basso rischio. Il nuovo protocollo prevede la somministrazione del vaccino entro 24 ore soltanto se la madre è positiva all’epatite B o se la sua sierologia è ignota; in tutti gli altri casi il ciclo partirà a 1 mese per concludersi a 6.

La svolta arriva a poche settimane dalla nomina di Robert F. Kennedy Jr. a segretario della Salute (HHS) da parte del presidente rieletto Donald Trump. RFK Jr., storico critico di alcune politiche vaccinali, aveva annunciato una revisione complessiva dei calendari «senza pregiudizi ideologici». In questo clima, Borghi ha rilanciato la questione anche per l’Italia. Il suo post, che in poche ore ha superato le tante visualizzazioni, è chiaro: “Fine della raccomandazione per il vaccino Epatite B per i bambini in USA. In Italia è una delle vaccinazioni OBBLIGATORIE sotto legge Lorenzin. Direi che sarebbe buona cosa seguire gli Stati Uniti e se non la raccomandazione quanto meno rimuovere l’obbligatorietà.”.

Nel nostro Paese il vaccino anti-epatite B è obbligatorio dal 1991 (legge 165/1991) per tutti i nuovi nati e per i lattanti al terzo mese di vita, ed è stato inserito tra le dieci vaccinazioni obbligatorie previste dal decreto Lorenzin del 2017 (poi legge 119/2017). La mancata vaccinazione comporta sanzioni da 100 a 500 euro e, in caso di ulteriore rifiuto, la segnalazione al Tribunale per i minorenni.